Argimusco

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29-09-2013 12-27-36

Sito Etnanautura: Argimusco.

L’Argimusco è un altopiano che si trova in Sicilia, poco a nord dell’Etna, all’incirca al confine tra i monti Nebrodi e i Peloritani, ed è diviso amministrativamente tra i comuni di Montalbano Elicona, Tripi (che sorge sul sito dell’antica Abacaenum) e Roccella Valdemone. In questa zona sorgono numerosi roccioni di arenaria quarzosa modellati in forma curiosa e suggestiva. La tradizione popolare ha identificato questi megaliti, con l’opera di popolazioni preistoriche: antichi menhir e quasi irriconoscibili dolmen. I geomorfologi e gli archeologi propendono piuttosto per l’origine assolutamente naturale di queste forme, dovute in particolare all’erosione eolica. Tra i megaliti più notevoli, nei pressi della Portella Cerasa si ergono maestosi, solenni e vagamente minacciosi due grandi massi di forma allungata, che richiamerebbero i simboli della virilità e della femminilità, mentre un altro megalite poco distante avrebbe aspetto di aquila e vi sarebbe stato inciso il simbolo del sole. Più a ovest, in località Portella Zilla, una costruzione pastorale ingloberebbe i resti di un dolmen con davanti un gran masso, che sarebbe quanto resta di un menhir rovinato al suolo. Attorno a questi presunti monumenti non sono stati trovati segni dell’uomo preistorico (ceramiche, utensili, ossa umane, ecc.).

Da Wilipedia

Foto di Etnanatura e Santo Bella.

Sito Etnanautura: Argimusco.

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Donne di Sicilia

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Di Marinella Fiume.

Donne di Sicilia. Maghe, Megere, Matriarche…, così la fantasia maschile ha spesso dipinto le Madri Mediterranee. Goethe e Freud, ognuno a suo modo, trovarono in occasione del loro viaggio in Sicilia la Madre, e l’antica presenza di riti agrario-misterici riferiti alla Madre Terra è attestata da moltissime fonti. È terra di quella civiltà delle Dee che l’archeologa Marija Gimbutas individuò in tutta quella grande parte del mondo che chiamò “Vecchia Europa” e che nel Mediterraneo aveva il suo epicentro in epoca proto-indo-europea.

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Rocca Pizzicata

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08-02-2015 19-53-47

Sito Etnanatura: Rocca Pizzicata.

Se c’è un posto in Sicilia dove la preistoria e la storia, la religione e il mito si intrecciano in maniera inestricabile questo è Rocca Pizzicata, un complesso rupestre presso l’omonima rocca sito nella Valle dell’Alcantara, nel territorio tra i comuni di Roccella Valdemone, Mojo Alcantara e Randazzo.

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Antiquarium Francavilla

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Sito Etnanatura: Antiquarium Francavilla.

L’Antiquarium di Francavilla di Sicilia è stato inaugurato il 24 marzo 2007 dal Servizio Archeologico della Soprintendenza di Messina e dall’Amministrazione Comunale di Francavilla di Sicilia e si trova in una palazzina di Via Liguria, una volta adibita a scuola. Conserva alcuni reperti greci ritrovati dal 1979 ad oggi a Francavilla di Sicilia, e forse appartenenti all’antico sito di Kallipolis, su cui gli archeologi indagano ancora.

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La Badiazza

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06-01-2013 10-06-58

Sito Etnanatura: Badiazza.

Il monastero fortificato di S. Salvatore della Placa sorgeva sulla “Rocca della Batiazza”, un massiccio banco arenario nei pressi di Francavilla di Sicilia, del quale, in grande abbandono, non è rimasto quasi nulla, ad eccezione di pochi ruderi, che gli studiosi distinguono come residui murari delle celle dei monaci, di una chiesa e di resti identificati dagli esperti di settore, come palmenti rupestri coperti. Le cronache dell’epoca raccontano della presenza nella zona di un fitto bosco, cosiddetto foresta della “Placa”, il quale, doveva essere sicuramente l’estrema propaggine di sud-est dell’odierno bosco di “Malabotta-Pittari”, vegetante poco distante dal sito e ricadente in gran parte in territorio di Malvagna.

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Torre Castello Randazzo

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03-09-2009-17-24-35

La torre-castello di Randazzo, visibile da Piazza San Martino, posta su uno strapiombo di roccia lavica, è l’unica superstite delle Otto torri messe a guardia della Città sulla cinta muraria. Esistente già ai tempi di Federico II di Svevia, occupava probabilmente un’estensione maggiore di quella attuale. Fu sede del Giustiziere del Valdemone, diventando così luogo di detenzione di prigionieri e condannati a morte (le finestre con inferriate del lato nord si affacciano addirittura sulla Timpa di S.Giovanni, dove si innalzava il patibolo), per poi passare, attraverso alterne vicende, alle famiglie Romeo e Vagliasindi, che ne assunsero il titolo, ed infine venire destinato a carcere mandamentale.

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