Nei pressi di Catenanuova rimangono i resti di un’antica masseria la cui storia s’intreccia con la leggenda: il fondaco Cuba. In passato ha fatto da albergo e da stazione di posta, a coloro che a cavallo o in carrozza andavano da Castrogiovanni a Catania. Una lapide ricorda che nel 1713 ospitò un re e una regina. ospitò anche un grande poeta. Wolfang Goethe con il pittore Cristofaro Kneip. La coppia reale che pernottò nella masseria, lo fece, grazie alla furbizia del proprietario.
Archivio mensile:Luglio 2015
Ilice Carrinu
Nel versante orientale dell’Etna, in territorio di Zafferana Etnea, si trova un leccio, Quercus Ilex, quasi millenario: l’Ilice di Carrinu, dal nome di un antico proprietario del fondo, o Ilice du Pantanu, dall’antica presenza di una zona umida nelle sue adiacenze. Situato a 970 metri di altezza alle pendici dell’Etna, è l’ultimo esemplare di una rigogliosa foresta di lecci che risale a settecento anni fa, che anticamente collegava il versante orientale con quello settentrionale dell’Etna.
Caldaia del drago
Sentiero turistico in contrada Uttara lungo il fiume Ghiodaro dove si trovano due grotte e un’incavo molto grande nella pietra sagomato dal perenne scorrere dell’acqua dove le pareti rocciose si alternano a boschi rigogliosi e l’acqua e le rocce formano piccole e limpide piscine naturali. Viene denominata a Quattara U’ Drau poiché secondo un antica leggenda in questo luogo viveva un enorme drago che incuteva timore alla popolazione. La particolarità di questo luogo sta nella colorazione delle rocce circostanti che a causa dei detriti trasportati dal corso dell’acqua assumono una tonalità rossastra. La gente associava questa singolarità al sangue di una belva enorme ossia un drago che viveva in questa vallata.
Grotta Lucenti
Contesto geologico-storico.
Grotta Lucenti è ubicata nelle “sciare” Susanna, circa 200 metri a nord della Parrocchia San Luigi lungo il viale Mario Rapisardi a Catania.
In realtà, al di là di quello che può lasciare intendere il nome, si tratta di una cavità antropica scavata manualmente, nel bordo nord orientale, del ramo centrale, della colata lavica che ha devastato Catania a partire dalla fine di marzo del 1669 ed in particolare questa porzione di territorio è stata invasa dal flusso lavico tra il 2-4 aprile del 1669 (Branca et alii. 2013).
Bricinna
E se chiedessi: “Sapete dirmi dove si trova la strada di san Giuliano?” Mi risponderebbero??!!! Credo proprio di no. A Lentini c’è un antico quartiere, un quartiere storico, si chiama san Paolo. Perché si chiama così visto che a Lentini, non esiste, una chiesa intitolata al Santo?! La leggenda narra che l’Apostolo sia venuto nella vetusta città per parlare agli ebrei che lo popolavano, mentre era a Siracusa. Ecco, il quartiere denominato “Judecca” era occupato da gente di origine ebraica. Nel fondo valle della Valle Ruccia in senso Sud – Nord troviamo lo storico quartiere. Ad Ovest lungo la chiesa parrocchiale di San Luca sale la strada di San Giuliano, oggi, via Bricinna.
Il castello degli schiavi
Il castello, una villa barocca di campagna costruita sui ruderi di una villa romana, ha quattro torrette agli angoli dove sono scolpiti occhi e orecchie di pietra lavica per ricordare ai picciotti che lavorano nel feudo che i padroni ovunque li vedono e perciò non si mettessero a cantare e babbiàre aspettando di vedere calare l’ombra proiettata sulla falce dal dito medio della mano che la impugna. Dalle inferriate delle balconate che poggiano su cagnòli di pietra lavica pendono, per rischiarare l’atrio la sera, minne di vacca sospese tra strofe di campadaria dai fiori ciclamino.
Castellaccio
Non distante dalla basilica del Murgo, a Sud del moderno abitato di Lentini, esistono alcuni ruderi identificabili con la struttura federiciana menzionata dai documenti dell’epoca come Castrum Vetus, tramandataci poi come II Castellaccio . Essi sono visibili sopra un promontorio che si innalza tra le valli del Crocifisso e di San Mauro, fiancheggiato a Sud-Est dal monte Lastrichello e a Nord- Ovest dal monte Tirone. La nascita di Lentini (Leontinoi’), fondata dai calcidesi nel 729 a. C., si inquadra nel movimento della colonizzazione greca. Dionigi di Siracusa fortificò il promontorio che, secondo qualche studioso potrebbe essere identificato con il forte Bricinna menzionato da Tucidide in occasione delle discordie civili che insanguinarono la città agli inizi del V secolo a.C. Conquistata poi dai romani di Marcello (212 a.C.) e sottoposta al dominio arabo prima e poi risollevatasi con la conquista normanna, la città raggiunse un buon livello di floridezza in epoca sveva.
Chiesa della Maddalena
Marc’Antonio Grasso abate di Santa Maria de’ Raccomandati e canonico della collegiata di Acireale , l’anno 1696 fondò la chiesa di Santa Maria Maddalena penitente, ritenendosi il diritto di patronato. Nell’anno 1708 scrisse il suo testamento, dove dotò la chiesa; fece delegati ai suoi nipoti; ed istituì un fedecommesso nella persona di suo nipote Marc’Antonio figlio di Pietro e sua linea, alla quale diede il patronato della chiesa in discorso. Disse poi, che estinguendosi tale linea, al fedecommesso succedesse perpetuamente la sua chiesa, e volle che avverata la estinzione della detta linea, si cumulassero le rendite di tal patrimonio a che fossero sufficienti per lo mantenimento di una collegiata, da erigersi in essa chiesa.
Ponte dei malati
Il 14 Luglio del 1943 il generale Bernard Law Montgomery, comandante delle truppe che sbarcarono in Sicilia (l’operazione Husky), decide che il Ponte dei Malati di Lentini, sulla strada che collegava Siracusa a Catania, è indispensabile per una veloce avanzata: deve essere preso intatto, impedendo a tedeschi ed italiani di farlo saltare. Alle 3 di notte del 14 luglio arriva al ponte dei Malati dove un unico plotone di italiani presidiava i fortini.
Villa romana di san Biagio
La villa di Castroreale – S. Biagio, oggi comune di Terme Vigliatore, riportata alla luce negli anni cinquanta, è tra gli esempi più interessanti di villa di lusso suburbana.
Costruita alla fine del II o inizi del I sec.a.C. in un sito abitato già dall’età ellenistica (III-II sec.a.C.), subì almeno due restauri o risistemazioni nella prima età imperiale (metà del I sec.d.C; II sec.d.C.), come indicano le modifiche apportate soprattutto al settore termale. La presenza, tra i materiali rinvenuti di ceramiche tarde e gli ambienti costruiti con materiali di risulta, recentemente affiorati con gli scavi condotti nel settore est (in prossimità dell’attuale accesso all’area archeologica), portano ad ipotizzare una continuità di frequentazione del sito fino ad epoca tardoantica.