25 Aprile: per non dimenticare

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Anche la Sicilia ha avuto momenti gloriosi nella resistenza al nazi-fascismo ed ha subito sulla propria pelle le atrocità perpetrate dalle due dittature che hanno insanguinato il ventesimo secolo.

Vogliamo ricordare oggi, 25 Aprile, giornata della liberazione, tre episodi diversi ma egualmente significativi.

Il 12 agosto del 1943, a Castiglione nessuno pensava che il paese da lì a poco sarebbe stato il teatro della prima strage di civili in Italia perpetrata  dalle truppe naziste. Soldati tedeschi del battaglione Hermann Göring erano accampati nelle campagne intorno al paese quando scomparve un automezzo tedesco. Rubato da un disperato? Poco e nulla importa. I tedeschi invasero il paese, presero prigionieri uomini, donne e bambini e uccisero 16 persone ferendone gravemente altre venti. Fra queste una donna buttata giù dal balcone e lasciata inerme sulla strada con le gambe fratturate.

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Pantalica

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29-06-2016 18-10-35

«Arrivammo a Pantalica, l’antichissima Hybla, ci arrampicammo su per sentieri di capre, entrammo nelle tombe della necropoli, nelle grotte-abitazioni, nei santuari scavati nelle ripide pareti della roccia a picco sulle acque dell’Anapo. Il vecchio parlava sempre, mi raccontava la sua vita, la fanciullezza e la giovinezza passate in quel luogo. Mi diceva di erbe e di animali, dei serpenti dell’Anapo, e di un enorme serpente, la biddina, fantastico drago, che pochi hanno visto, che fàscina e ingoia uomini, asini, pecore, capre.»
(Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica)

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Frati Minori Malvagna

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Sito Etnanatura: Convento Frati Minori Malvagna.

Il convento dei Frati Minori “S. Giuseppe” fu fondato nel 1720 da Ignazio Migliaccio, duca di Galizia e principe di Mazzarino. Oltre alla struttura, rimangono alcuni affreschi nel chiostro e una meravigliosa scultura lignea settecentesca dentro la chiesetta.

Foto di Cristoforo Berritta.

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Akrai

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Sito Etnanatura: Akrai.

Testo di Marinella Fiume

Il misterioso culto ctonio di Cibele era praticato nelle fenditure della montagna, entro grotte, nicchie e gallerie. I suoi sacerdoti, che si chiamavano Galli nella Galizia, Coribanti nella Frigia, Dattili Idei nella Troade e Cureti a Creta, avanzavano al ritmo frenetico di timpani, cembali, flauti e tamburi e,  nel corso del rito, arrivavano a flagellarsi e mutilarsi evirandosi come Attis tra preghiere, urla, danze ossessive che culminavano in un vorticoso girare su se stessi e, in preda al parossismo, invasati dalla dea, vaticinavano, interpretavano i sogni, il moto degli astri, il volo degli uccelli, esorcizzavano gli spiriti del male.

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