Riapre la caccia: ritorna un rito barbarico

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TORTORA-033Domani in Sicilia si riapre la caccia. Contravvenendo alle direttive europee e alle regole di civiltà, nella nostra isola, dal primo settembre, si potranno cacciare non solo i conigli e le tortore, ma anche i colombacci. Il partito trasversale dei cacciatori ottiene così un’altra vittoria: una vittoria contro la natura e il fragile ecosistema dei siti siciliani. Ci siamo sempre chiesti quali motivazioni ancestrali possano indurre una persona di normale sensibilità a imbracciare un fucile e a devastare l’ecosistema assecondando gli istinti più barbari e retrivi, emulando, in maniera puerile, la guerra: una guerra che oltre ad essere insensata e inumana come tutte le guerre, in questo caso risulta anche vigliacca.

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Etna, un grande passo per l’umanità

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Giarrita_20091213 010Dopo la camminata no stop di 48 ore alla Città Universitaria dello scorso maggio, il quarantenne trekker catanese Rosario Catania torna in… pista. In particolare su quella altomontana dell’Etna per compiere, domani, giovedì 29, il periplo del vulcano ad alta quota, per una camminata lunga 100 km, da compiere in 24 ore.
Stavolta non sarà da solo, perché ad accompagnarlo ci sarà l’amico prof. Angelo Rapisarda, 63 anni, docente di Scienze naturali nel liceo scientifico “Boggio Lera” di Catania.
Entrambi cammineranno su pista naturale in trekking e nordic walking e gireranno intorno all’Etna per celebrare l’inserimento del vulcano nella “World natural heritage list dell’Unesco”.
“E’ un’impresa – spiega Rosario Catania – che vuole mettere in risalto le relazioni tra l’uomo e il paesaggio naturale che lo circonda, ripercorrendo gli elementi che hanno determinato taleimportante riconoscimento internazionale della nostra Montagna, dando risalto alle magnificenze del territorio etneo, camminando ininterrottamente per 24 ore in un contesto naturalistico meraviglioso, oggi tutelato in gran parte dal Dipartimento regionale azienda foreste demaniali e dal Parco dell’Etna”. Come nelle precedenti performance d’infaticabile camminatore, il trekker catanese sarà seguito da un team di ricercatori delle Università di Catania, Enna e Verona costituito da Fabio Galvano, Giovanni Li Volti, Donatella Di Corrado, Ignazio Barbagallo, Elisa Tricarichi e Anna Pedrinolla, studiosi che lo seguono da oltre un anno nelle sue incredibili camminate no stop. Egli, infatti, indosserà un holter metabolico e strumenti gps, al fine di monitorare i parametri vitali di un soggetto sottoposto ad attività psico-fisica prolungata. La preparazione atletica di Rosario è curata da Rosario Costanzo, istruttore della Scuola italiana di Nordic walking, e dal team dell’Indoorclub di Mascalucia, Mirko Gianfreda e Giovanni Meli, in una struttura multifunzionale che abbina perfettamente le esigenze di preparazione per lo svolgimento di attività sportive endurance.
L’impresa è patrocinata da dal Parco dell’Etna, Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali, Comune di Mascalucia, Club Alpino Italiano Regione Sicilia e ha come partner l’Asi Ambiente, Etnaworld Portale Natura, ST Catania Site, associazione Stelle e Ambiente, Guya Trekking, Camminare Rivista, Scuola italiana nordic walking Catania, Indoorclub palestre Mascalucia, Associazione Culturale SaFiRo.
La partenza avverrà alle 6 di domani dal sentiero natura “Monte Nero degli Zappini”, con percorrenza antioraria. Rosario Catania e Angelo Rapisarda dovrebbero impiegare 24 ore per percorrere i circa 100 km del tracciato, che si sviluppa a un’altitudine tra 726 e 2.115 metri s. l. m., con una pendenza media del 6.1%, camminando a una velocità media di 4,2 km/h. Punti di intercettazione dei due trekker e soste brevi sono previste nell’area di partenza funivia dell’Etna presso il rifugio Sapienza (ore 7,30), all’ingresso della Scalazza (ore 11), a Piano dell’Acqua (ore 13), al rifugio di Piano Bello (ore 14,30), al rifugio Citelli (ore 17,30), al rifugio Timparossa (ore 20), al rifugio Monte Spagnolo (ore 23), al rifugio Monte Scavo (ore 2 di venerdì 20 agosto), al rifugio Monte Palestra (ore 3,30), al rifugio Galvarina (ore 4,30).
Giuseppe Sperlinga
Da “La Sicilia”

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Il castello Saraceno di Taormina

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19-08-2013 09-36-48Sulla cima di una Rocca del monte Tauro, accessibile sia con un percorso pedonale (che vi consigliamo) che in auto, si trova il castello Saraceno di Taormina che la tradizione vuole sia stato costruito dagli arabi. Sicuramente la zona costituì l’acropoli inferiore di Taormina (quella superiore si trovava presso l’attuale Castelmola). Probabilmente il castello costituì per gli arabi l’ultimo baluardo di difesa quando furono attaccati dai normanni nel 1079. Durante il regno di Federico II il castello fu affidato ad un nobile castellano. Quasi alla fine del percorso, aggrappata su uno sperone di roccia, ritrovate la chiesa della Madonna della Rocca, scavata nel XII secolo all’interno di una grotta e poi ricostruita nel 1600.
Un problema? Arrivati in cima vi accorgete che il castello è inaccessibile (ma questo è un destino condiviso con molti beni culturali siciliani!): per fortuna gli splendidi panorami che spaziano dalle calabrie, per il golfo di Taormina fino all’Etna, vi avranno ripagato della delusione.

Sito Castello Saraceno
Sito Madonna della Rocca

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Un’altra Taormina

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19-08-2013 11-19-55Dal teatro greco di Taormina all’Isola Bella lungo un sentiero pedonale non da tutti conosciuto e dal panorama incantevole. Lungo il percorso incontrerete la villa comunale di Taormina, originariamente parco dell’abitazione di Lady Florence Trevelyan, nobildonna inglese cugina della regina Vittoria, che visse a Taormina dal 1884, e le catacombe.

 

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Il petrolio mi sta stretto

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layout_wwf_trivelle_11_03 (1)Dove tutte le navi passano, dove tutti i pescatori pescano, lo Stato Italiano vorrebbe trasformare il tragitto, da libero qual è, ad una corsa ad ostacoli.

L’Italia è il paese di navigatori, poeti e santi. Riguardo ai navigatori, le pagine di cronaca dei nostri quotidiani ci confermano che il settore della navigazione non sforna più illustri nocchieri. Come poeti siamo insuperabili, basti pensare che il petrolio si “coltiva” e gli impianti si dicono di “coltivazione”. Riguardo ai santi … non ci rimane che affidarci a loro in caso le coltivazioni vadano male.

Segui e diffondi la nostra campagna e aiutaci a dire no alle trivellazioni nel Canale di Sicilia.

Marco Costantini, Responsabile Mare WWF Italia

Per firmare l’appello clicca qui.

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Piana delle ficarre

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Porta_dei_Saraceni_12-08-2013 11-13-07A dispetto del nome, Piana della ficarra è una ripida mulattiera che collega Taormina a Castelmola. Secondo un’antica tradizione sarebbe stata usata dai Saraceni, comandati dall’Emiro Ibrahim-Ibn-Ahmed, per entrare e assediare Taormina nel 902. Vi proponiamo una variante che permette di raggiungere Taormina dal mare di Schisò per poi continuare verso Castelmola, al ritorno dal Belvedere di Taormina potete percorrere il sentiero dei pescatori che presenta un panorama mozzafiato sull’isola Bella. Lungo il sentiero potete visitare il sito archeologico di Cocolonazzo di Mola, una necropoli protostorica a “grotticella artificiale” del X-VII sec. A. C., di notevole importanza per la conoscenza degli insediamenti abitativi arcaici antecedenti la colonizzazione greca. Quindi incontrerete la porta dei Saraceni, splendido arco che ricorda l’assedio saraceno, ancora più in alto incontrate un secondo arco medioevale, probabile cappella votiva. Quasi alla fine del sentiero si trova la piccola chiesa di san Biagio, la più antica del comprensorio taorminese, aggrappata ad uno sperone di roccia, dal quale si ammira tutto il golfo di Taormina, l’Etna e, nelle giornate limpide, la Calabria.

Sentiero Piana della Ficarra

Sentiero via dei pescatori

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Per i nostri fratelli

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091540151-dbad9494-8f6a-4fc4-93d1-441377a6a937Il 10 Agosto, alla Plaia di Catania, sono morti annegati sei ragazzi che tentavano di sfuggire alla fame, alla povertà ed alla guerra. La città di Catania ha proclamato per mercoledì 13 Agosto il lutto cittadino. Siamo coscienti che è necessario manifestare un forte segnale di solidarietà umana, di partecipazione e di condivisione in un mondo che si chiude egoisticamente su se stesso. Nel nostro piccolo, in adesione alla giornata di lutto, mercoledì 13 Agosto non pubblicheremo niente sul sito di etnanatura e sui social network collegati.

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Inviateci i vostri sentieri

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Eruzione_2002_20110828 020Etnanatura è lieta di accogliere e pubblicare nuovi sentieri proposti dai visitatori del sito.
Nel ringraziarvi per la vostra collaborazione vi chiediamo di attenervi ad alcune regole essenziali per potere uniformare i vostri sentieri a quelli già inseriti:

  • Controllate che i sentieri non siano già presenti sul sito.
  • Inviate almeno quattro foto. Per problemi di privacy vi chiediamo di inserire solo foto dei paesaggi e in cui non siano ritratte delle persone
  • Inviate una mappa in formato kml o gpx.
  • Inserite la vostra email e il vostro nome per permetterci di contattarvi (se volete che il nome non appaia nei riferimenti della pagina spuntate l’opzione ‘no’ nell’autorizzazione a citare la fonte).
  • Spuntate l’opzione ‘sì’ per il trattamento dei dati personali. Vi assicuriamo che i vostri dati, in conformità alla legge sulla privacy, saranno utilizzati esclusivamente per la pubblicazione del sentiero e non saranno mai comunicati a terzi.
  • Inserite, se volete, una breve descrizione del sentiero.

Per inserire i sentieri cliccate qui.

Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci all’indirizzo email info@etnanatura.it

 

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I numeri di Etnanatura

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numeriHo sempre pensato che i numeri siano importanti. Dietro ad ognuno di essi spesso si nascondono la fatica, la passione e l’impegno. Ed è per questo che vi voglio presentare i numeri del sito www.etnanatura.it sperando che ciò possa invogliarvi a visitare con assiduità il “nostro” sito.
Ad oggi nel sito trovate 255 sentieri con indicazioni e mappe nei vari

statistiche

formati, 250 luoghi catalogati, 53 paesi dell’Etna e 16 suddivisioni tipologiche. Ritrovate ancora 392 link a sentieri proposti da altri siti.

Ed ancora: 395 piante e fiori catalogati, 16.259 foto, etc etc.
Oggi, alle 19.00, abbiamo avuto 3.122 persone che hanno visitato le pagine di etnanatura, che portano il totale del mese di Luglio a più di 62.000 visitatori e dell’anno 2013 a più di 340.000. Il totale dei visitatori di etnanatura (per lo meno da quando abbiamo iniziato la “conta”) ammonta a più di 1.180.000 persone.
Per avere i numeri in tempo reale potete cliccare sul seguente link:
https://www.etnanatura.it/statistiche.php

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Castello di Forza d’Agrò

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20-07-2013 09-02-52Il castello di Forza d’Agrò è una fortificazione edificata, sulle rovine di una preesistente fortezza, nel sec. XI dai Normanni. Si accede tramide una lunga e ripida scalinata in pietra. Nel 1595 venne restaurato ad opera dei giurati e dei deputati del paese. All’interno della cinta muraria sono visibili i resti della chiesa del S.S. Crocifisso, i magazzini delle granaglie e gli alloggiamenti dei soldati. Nel 1676, durante la Rivolta antispagnola di Messina, il castello rimase fedele alla Spagna, per questo venne assediato e conquistato dai francesi; questi lo misero sotto la giurisdizione militare di Savoca che poco prima aveva capitolato un vantaggioso armistizio con gli stessi francesi. Proprio durante quel periodo travagliato, si consumò nel castello un feroce massacro, ordito da don Antonio de Hox, nobile francese e capitano del castello, fermamente intenzionato a diventare signore di Forza d’Agrò. Lo stesso don Antonio, dovendo consegnare al fratello Giacomo il comando del castello, lo attirò dentro il maniero con la scusa di una cena di benvenuto, in occasione della quale ci sarebbe stato il passaggio delle consegne. Giacomo, non sospettando nulla, vi si recò con i suoi famigliari; dopo una succulenta cena, don Giacomo De Hox ed i suoi famigliari vennero uccisi e fatti a pezzi dagli sgherri di don Antonio. Era la notte del 24 luglio 1676. Per non attirare sospetti sulla sua persona, Antonio De Hox fece spargere la voce che il fratello aveva deciso di lasciare nottetempo il castello. I cadaveri delle vittime, a quanto sembra, non vennero più ritrovati. Ai primi dell’Ottocento, il castello venne occupato dalle truppe inglesi, le quali vi apportarono alcune modifiche architettoniche. Dal 1876, per circa 100 anni è stato adibito a cimitero comunale. Purtroppo, come tante risorse culturali della nostra regione, si trova in uno stato di profondo degrado che si è creduto attenuare rendendo inaccessibile il maniero (notizie storiche tratte da Wikipedia).

Link sentiero.

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