Ancora una volta la Sicilia, e in specie la classe politica siciliana, si segnala per una miope politica favorevole al depauperamento del patrimonio faunistico isolano. Infatti già domani si apre in Sicilia la triste stagione della caccia, in largo anticipo con i tempi previsti dalle legge italiana già di per sé molto più permissiva di altre legislazioni europee più attente alle esigenze della natura. Nessuno dei parlamentari siciliani, come riportato nel comunicato Wwf allegato, si è opposto a che quest’ulteriore marchio d’infamia macchiasse l’immagine della nostra isola.
Segue comunicato Wwf Sicilia.
“Lunedì 1 settembre, con ben 20 giorni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge, in Sicilia riapre la stagione venatoria, che si concluderà fra 5 mesi il 31 gennaio 2015. Così ha deciso l’assessore regionale all’agricoltura Ezechia Paolo Reale, con un proprio decreto che si pone in aperto e grave contrasto con le autorevoli indicazioni tecniche dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), con il parere negativo degli esperti delle Associazioni ambientaliste in seno al Comitato regionale faunistico-venatorio e con i principi delle Direttive Comunitarie in materia ambientale, oltre che con i principi scientifici per la conservazione e tutela della fauna. Le premesse del “Calendario venatorio 2014-2015”, decretato dall’Assessore, dipingono la Sicilia come un incredibile paradiso faunistico : l’Isola sarebbe zeppa di animali, migratori e stanziali, che sono presenti dovunque ed in gran quantità. Quindi nessun problema ad allargare la durata della stagione di caccia e dare il via libera a 40mila cacciatori, ognuno dei quali potrà abbattere legalmente fino a 15 animali al giorno (sic!). Incredibile ma vero, in Sicilia – sempre secondo il decreto dell’assessore Reale – anche le specie che in tutta Europa sono in forte declino e sempre più minacciate (dalla quaglia alla beccaccia), da noi sono miracolosamente in sovrabbondanza e godono di ottima salute! Il WWF Sicilia biasima la scelta dell’assessore che ha iniziato ad occuparsi di caccia, da quando è entrato a far parte della Giunta Crocetta, nel peggiore dei modi, cioè con l’apertura anticipata al 1° settembre, rispetto alla data canonica della terza domenica del mese, ossia in un momento particolarmente delicato del ciclo biologico di molte specie. E’ scandaloso che Governo regionale ed Ars, quando si parla di caccia, all’unisono si schierino sempre e comunque contro la fauna e a favore della lobby della caccia con posizioni appiattite sulle richieste del mondo venatorio più estremista e nessuna pietà per gli animali selvatici. Né il Presidente Crocetta né l’assessore Reale , infatti, hanno mostrato quel minimo di doverosa attenzione alle esigenze di tutela del patrimonio faunistico; all’Assemblea regionale nemmeno uno dei 90 deputati ha cercato di contrastare questa intollerabile politica filodoppiette, ma anzi il solito manipolo trasversale di deputati(tra maggioranza ed opposizione) ha persino tentato di peggiorare le norme vigenti propugnando una liberalizzazione selvaggia della caccia! Persino il Movimento 5Stelle – che nel resto d’Italia ha sempre avuto posizioni nettamente critiche sulla caccia – a Sala d’Ercole non si oppone alla deregulation selvaggia della caccia. Anzi, un’Associazione venatoria addirittura si pronuncia pubblicamente con “un sincero grazie al Deputato “grillino” Angela Foti” che starebbe conducendo una battaglia per convincere i colleghi del Gruppo M5S ad abbandonare “la sterile ideologia” contro le doppiette… Il WWF giudica dannosissima e spregiudicata la scelta di apertura anticipata della caccia, dal momento che va ad incidere su un periodo particolarmente sensibile per la maggior parte delle specie animali: la tarda estate è un momento in cui molti giovani dell’anno non sono ancora del tutto autonomi e diventano quindi bersaglio ancor più facile del solito per i cacciatori. Sul nostro territorio sono ancora presenti moltissime specie di avifauna protetta, in fase pre-migratoria, che possono cadere vittima degli immancabili atti di uccisione illecita che accompagnano queste giornate. In particolare gli spari si concentrano sui pochi individui che hanno nidificato sul nostro territorio e che sono preziosissimi per il nostro patrimonio faunistico.Le specie consentite come oggetto di caccia anticipata saranno: coniglio, tortora e colombaccio; ma, per gli animalisti, vi sarà disturbo e anche danni diretti per tutte le altre specie. “Da anni il WWF chiede che l’apertura anticipata sia del tutto e definitivamente abolita – ricorda Angela Guardo, Delegata WWF Sicilia -: anche un solo giorno comporta un impatto gravissimo sulla fauna selvatica. Purtroppo si continua a gestire la caccia non sulla base delle esigenze e criticità faunistiche ma sulla base delle richieste ed aspettative del mondo venatorio.”
Archivio mensile:Agosto 2014
Piano Margi
Nell’altipiano di Margi, in cima ad una collina, si ritrovano i resti antichi di un accampamento romano. La costruzione rispecchiava la tipica domus romana, con pavimento in pietre e le pareti in coccio misto a calce idraulica. Al centro del rudere sono ancora visibili le colonne di un tempietto. Probabilmente in questo luogo sostarono le truppe romane di Sesto Pompeo in ritirata durante la guerra civile contro Ottaviano, prima di portarsi verso Tindari. Alcuni racconti popolari narrano che proprio in quest’accampamento riposarono una notte i fratelli martiri Alfio, Filadelfo e Cirino in transito verso Lentini. Anche San Filippo d’Agira, proveniente da Limina e diretto a Mongiuffi Melia, Calatabiano e Agira, sostò in questo luogo a evangelizzare. Si racconta che, attratto dalla magia del luogo, Federico II, proveniente da Taormina e diretto all’abbazia di San Pietro e Paolo dell’Agrò, riposò in questo luogo alcune ore seduto su un sedile di pietra ancora esistente.
Notizie tratte da “Polissena e la valle del Chiodaro” di Giovanni Curcuruto che ringraziamo per le preziose informazioni. Ringraziamo anche Fabio Luchino, guida insostituibile e appassionato conoscitore di orchidee selvatiche di cui è ricco l’altipiano di Margi (a tal proposito vi consiglio la sua pagina web Orchidee dei peloritani).
Sito Etnanatura: Piano Margi.
Grotta monte Cicirello
Ai piedi di monte Cicirello, di probabili origini preistoriche, ritroviamo la grotta di scorrimento lavico che dal monte prende il nome.
Sito Etnanatura: Grotta Monte Cicirello.
Monte Naturi
Il monte Naturi è la vetta più alta della Valle del Chiodaro e sovrasta il santuario della Madonna della Catena. A Mongiuffi cenni storici fanno risalire il culto della Madonna della Catena agli inizi del XV secolo. Un certo Matteo Lo Po’ devoto alla Vergine fece costruire di fronte ai ruderi dell’acquedotto greco romano una chiesetta dove prima preesisteva un’edicola della suddetta. Le due piccole campane armoniose, ora trafugate, fuse con ricca lega d’argento, come si desumeva dal loro suono, erano del 1587, quando ormai la devozione della Madonna della Catena si era consolidata ed affluivano numerosi pellegrini penitenti. Purtroppo, fra gli anni ’40 e ’60 del secolo scorso, si decise di ricostruire il santuario demolendo completamente la vecchia chiesa. Lasciamo alla pietà cristiana il perdono per l’architetto che edificò il nuovo santuario di gusto per lo meno discutibile (usiamo un eufemismo per non offendere la sensibilità religiosa di qualche lettore ma il nostro giudizio è di natura prettamente estetica).
Sito Etnanatura: Monte Naturi.
Carcaci
La prima testimonianza della presenza umana nel luogo risale all’XI secolo, quando i normanni, venuti in Sicilia, nel 1061 qui si accamparono per organizzare la presa di Centuripe. A quell’epoca risale la prima costruzione di cui si ha testimonianza: una torre quadrangolare successivamente inglobata in altri edifici. Il primo feudatario di Carcaci fu Giovanni de Raynero nel 1200 circa. Nel 1453 Giovanni Spatafora ebbe l’investitura dal re Alfonso della baronia di Carcaci. Sul finire del XVI secolo vennero realizzati dei lavori idraulici per opera del barone Ruggero Romeo. Successivi feudatari di Carcaci furono Nicola Mancuso nel 1602 e Gonsalvo Romeo Gioieni nel 1630. Questi ottenne nel 1631 la licentia populandi e fondò il borgo. Dopodiché, Carcaci passò alla Casa Paternò Castello che da allora sono i Duchi di Carcaci. Il borgo venne realizzato con pianta regolare e con gusto barocco spagnoleggiante: venne realizzato un monumentale ingresso, una chiesa, dedicata a santa Domenica, ormai in stato di abbandono, un castello.
Da Wikiedia
Foto di Salvo Nicotra
Sito Etnanatura: Carcaci.
Postoleone
Ecco come Pippo Fava in un vecchio articolo sui Siciliani (1980) descriveva la zona: “si sale…la strada…a sinistra il burrone…un canyon…una cascata che non vedi…tanto é profonda…la strada si affonda in tunnel di pietra…portone buio…ponte levatoio…al di là del quale un’immensa vallata con due rovinii di case”. Una curiosità: la galleria venne scavata dai prigionieri austriaci della prima guerra mondiale.
Sito Etnanatura: Postoleone.
Monte Castellaccio
Sito Etnanatura: Monte Castellaccio,
Ci piace presentarvi monte Castelaccio come un luogo da fiaba dove anticamente (non sappiamo quando e se) esistevano ricche miniere di oro alle quali attingevano i greci prima e poi i romani, i saraceni e tutti quelli che hanno fatto della Sicilia terra di conquista (e dico ciò con un’accezione non sempre negativa considerando che peggio dei siciliani nessuno ha mai amministrato le nostre terre).
Continua a leggereCapo sant’Alessio
Sito Etnanatura: Capo sant’Alessio.
Il castello di Sant’Alessio Siculo sorge sul promontorio roccioso noto come “capo Sant’Alessio”, all’interno del comune di Sant’Alessio Siculo, in provincia di Messina. Il “capo” è l’unico promontorio a sorgere lungo la fascia costiera ionica tra Messina e Taormina. Per questa ragione ha rivestito, e riveste tuttora, un ruolo importante dal punto di vista strategico; tutti gli eserciti storicamente presenti in Sicilia hanno contribuito, in fasi successive, all’edificazione del castello sulla sua sommità. Il castello si compone di due torrioni, uno a pianta rettangolare e uno a pianta circolare, e di un muro di cinta.
San Lorenzo e la superluna
Se avevate dei sogni da realizzare e stavate aspettando lo sciame meteorico della notte di san Lorenzo, abbiate pazienza per questa volta vi sarà difficile individuare una stella cadente e questo non perché le lucciole astrali, residui di polvere e ghiaccio lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, non solcheranno questa notte i nostri cieli, ma per la presenza di una magnifica luna piena, anzi di una Superluna. La luna questa notte si troverà al perigeo e sarà molto più luminosa del solito oscurando quasi tutti gli altri astri. Questo fenomeno, raro ma non unico, si è già presentato il mese scorso e lo ritroveremo l’8 settembre ma poi dovremo aspettare più di due anni (14 Novembre 2016) per rivedere la nostra luna gravida di luce.
Grotta Corruccio
La grotta Corruccio contenuta in parte nella bocca effusiva dell’apparato eruttivo di Monte Corruccio, ed in parte nella colata lavica. Un imponente crollo della volta, dove è stata costruita una scala in pietra, separa la grotta in due parti. Il tratto più a monte, in sensibile pendenza, presenta una volta ogivale a sesto molto acuto ed un pavimento di lava a superficie unita. Nel tratto a valle la cavità presenta sezione trapezoidale con pavimento di sabbia vulcanica e pietrame nella porzione iniziale e di lava a superficie unita a grosse corde nella porzione terminale. Nel tratto terminale la galleria si articola su due livelli.
Sito Etnanatura: Grotta Corruccio.