Miniere san Carlo

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Sito Etnanatura: Miniere san Carlo.

Il distretto di Fiumedinisi fu frequentato fin dall’antichità e da qualsiasi dominazione straniera succedutasi in Sicilia, particolarmente per le sue ricchezze minerarie. Sotto i Calcidesi iniziano le prime scoperte e le prime estrazioni minerarie. Durante il periodo arabo nella zona viene circoscritto un certo interesse per le miniere di ferro, mentre Re Ruggero II concentrò il suo interesse sul vetriolo e l’allume, non tralasciando l’oro, con il quale fece rivestire i capitelli del duomo di Messina. Nel XV secolo, dopo il sedarsi di lotte intestine interne, re Martino mostrò un certo interesse per il complesso metallurgico di Fiumedinisi. Nella zona alta del territorio, era attiva nel XV secolo una ferriera che forniva un’intensa produzione di chiodi speciali per i cantieri navali di Messina. Successivamente la ferriera fu spostata più a valle. Nel 1669, l’intensificarsi delle ricerche e delle estrazioni di minerale nel territorio consigliò la costruzione di un grande palazzo governativo, situato nel cuore del centro abitato ed al quale fu assegnato il nome di Palazzo della Zecca, perché probabilmente sostituì la reale Zecca di Messina durante la famosa rivoluzione del 1674-78. nel 1726 il nuovo imperatore Carlo VI d’Austria decide di riprendere lo sfruttamento minerario, soprattutto nei territori di Alì e Fiumedinisi, ed in contrada Ruppone fa costruire una nuova grande fonderia. Si estrasse una discreta quantità di argento nel 1734 e con quel minerale si procede alla coniazione di monete. I lavori nelle miniere di Fiumedinisi seguirono anche sotto Carlo III di Borbone. L’attività estrattiva continuò fino al 1960 circa, per poi estinguersi a causa dell’aumento dei costi di manodopera e dei trasporti. 
Da Comune di Fiumedinisi

Sito Etnanatura: Miniere san Carlo.

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Torre del Baglio

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Sito Etnanatura: Torre del Baglio.

La torre del Baglio o “Torre dei Bagghi” è situata nel quartiere Sparagonà, ed è in condizioni di degrado. Ha forma quadrata ed è a due elevazioni fuori terra separate tra loro mediante una volta cieca. Prende il nome dal fatto che si trovava nel bel mezzo di un antico quartiere di case, “u bagghiu”, tra loro accomunate da un grande cortile. Non si conosce con precisione l’epoca della sua edificazione. Probabilmente, venne edificata nei primissimi anni del XVI secolo dalla nobile famiglia savocese dei Bucalo, che, nel 1503, aveva ricevuto, in concessione perpetua dall’Archimandrita di Savoca, le terre circostanti detta torre.

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Torre Saracena Roccalumera

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Sito Etnanatura: Torre Saracena Roccalumera.
 
Antica torre di guardia, comunemente detta “Torre Saracena”. La costruzione risale probabilmente all’inizio del ‘400 e non è improbabile che l’aggettivo “saracena” stia per significare “torre antica”. Le funzioni della torre, costruita nei pressi della spiaggia, erano di avvistamento, di prima difesa e all’occorrenza offriva rifugio ai contadini qualora ci fossero incursioni dei pirati.
 

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Torre dei Saraceni Santa Teresa Riva

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Sito Etnanatura: Torre dei Saraceni santa Teresa.

La Torre dei Saraceni sorge nel quartiere di Bucalo accanto al Santuario dedicato al culto della Madonna del Monte Carmelo. Edificata secondo alcuni studiosi intorno all’anno 1000, per difesa contro le incursioni dei saraceni, si presenta con una forma cilindrica a tre piani fuori terra oltre un piano interrato ed annessa ad una palazzina a due piani fuori terra risalente allo stesso periodo. Alcuni studi recenti dell’Architetto Salvatore Coglitore, dimostrano come la torre e la palazzina, originariamente possedevano un ulteriore piano interrato, divenuto inaccessibile a causa del fango e dei detriti trasportati dal torrente Savoca, durante le alluvioni del 1934 e del 1958.

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Fiumara d’Agrò

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Sito Etnanatura: Fiumara d’Agrò.

Lungo circa 15 km, il rorrente Agrò nasce tra la Montagna Grande e il Pizzo di Vernà (monti Peloritani), in prossimità dei centri abitati di Fondachelli-Fantina ed Antillo. Sfocia nel mare Jonio tra i comuni di Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva.

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Torre Catalmo

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Sito Etnanatura: Torre Catalmo.

Non molto distante dalla contrada Bolina si erge la fiorente contrada Catalmo, sulla sponda sinistra del torrente Agrò. Ambedue le contrade posano sulle scomparse rovine della città di Phoenix. Nella contrada Catalmo si innalza l’omonima torre, di forma quadrata e di altezza considerevole.

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