“Inutili ca ‘ntrizzi e fai cannola”, triste storia di un sito archeologico.

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“Eccezionale, fantastico, magico” , non risparmia gli aggettivi l’ispirato corrispondente catenoto di un giornale locale. E così il titolo “Un magico tributo a Battiato…” e nel sottotitolo “grande successo e pienone di pubblico … una rinascita”! (il punto esclamativo è nostro). Qualcun altro/a è andato/a oltre ricordando l’Araba Fenice, uccello mitologico che rinasce dalle ceneri (non è stato scomodato Dante “che la fenice more e poi rinasce”, ma poco ci mancava). Un successo!

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La Sicilia bruciata.

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E’ tragico il consuntivo incendi di questa estate. Mezza Sicilia bruciata fra l’indifferenza e l’impotenza di una classe politica inetta e ignorante. Sono bruciati i boschi, i limoneti, le aree urbane senza che si riuscisse a intervenire efficacemente, anche perché l’emergenza non può essere improvvisata. Un’attenta programmazione avrebbe senz’altro, se non evitato, per lo meno limitato al minimo i danni. Ovviamente da questo scempio non si sono salvate le aree archeologiche. Ci chiediamo quanti assessori regionali, sindaci, presidenti di regione e di aree protette si siano dimessi riconoscendo i loro errori? La risposta è semplice: NESSUNO! A noi che non siamo fatalisti non resta che incrociare le dita e sperare per il futuro nel fato benigno ma, ovviamente, rimaniamo profondamente scettici.

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Infatati

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Da piazza Bonadis a Catania la fiaba di “Infatati” si allarga e abbraccia tutta la Sicilia, da Palermo, a Malfa, all’Etna. Fiaba dicevamo perché i personaggi, i luoghi e le situazioni vivono il mondo dolce dei ricordi, dei sogni e delle speranze. I paesaggi e le persone si confondono in un’osmosi che ne sfuma i contorni: l’Uomo, nel racconto di Paolina Campo, diventa Natura e risulta impossibile individuare i confini fra i personaggi e l’ambiente.

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