Lago Sartori.

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29-08-2015 13-56-15

Il lago di Ancipa, detto anche “lago Sartori” è un bacino artificiale della Sicilia. Si trova sui monti Nebrodi, sulla strada tra Troina e Cerami, a cinque chilometri dal primo comune, e segna il confine tra la provincia di Enna e quella di Messina. Il lago nacque in seguito alla costruzione di una diga (detta di “San Teodoro”) a sbarramento del torrente Troina allo scopo di produrre energia elettrica. La sua costruzione finanziata dall’Ente siciliano elettricità avvenne negli anni tra il 1950 e il 1952 creando un invaso della capacità massima di 30 milioni di m³. I lavori vennero eseguiti dalle imprese SOGENE e Lodigiani. Il 6 dicembre 1950 i lavori vennero funestati da una sciagura dovuta ad un’esplosione di grisou nella galleria in costruzione in prossimità della diga con ben 13 vittime alcune delle quali perite nel generoso tentativo di estrarre i compagni svenuti all’interno. In seguito l’acqua del lago è stata impiegata anche a scopo irriguo e ad uso potabile.

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Santa Maria di Valverde

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20-01-2016 10-06-06

Ci sono dei posti conosciuti per la loro bellezza, altri per la loro storia, altri ancora per la leggenda. Il santuario di Valverde fa parte di diritto di questa terza categoria. Un posto dove la leggenda diventa favola. Nell’ultimo periodo della dominazione araba in Sicilia, nel giugno del 1038, un viandante di nome Egidio, proveniente da Catania era diretto ad Aci. Passando per Vallis Viridis venne assalito da un brigante, di nome Dionisio. Una volta depredato il malcapitato, Dionisio stava per ucciderlo quando venne udita una voce: «Dionisio, deponi quell’arma… e cessa questa vita di brigantaggio». La voce viene tradizionalmente attribuita alla Madonna. Il brigante non solo si fermò, risparmiando la vita al povero malcapitato, ma addirittura si convertì.

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Il velo di Sant’Agata

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Processione col velo di sant'Agata per fermare la lava del 1886

Processione col velo di sant’Agata per fermare la lava del 1886

di Marinella Fiume

L’incombustibile Velo di sant’Agata che da tante disastrose eruzioni salvò e salva la città di Catania, nel corso dei secoli, è stato più volte portato in processione come estremo rimedio per fermare la lava dell’Etna. È una reliquia conservata nella cattedrale di Catania in uno scrigno d’argento insieme ad altre reliquie della santa. Secondo una leggenda, sarebbe un velo usato da una donna per coprire la santa durante il martirio con i carboni ardenti. Secondo altre interpretazioni, il velo, di colore rosso, faceva parte del vestimento con cui Agata si presentò in giudizio, essendo questo, indossato su una tunica bianca, l’abito delle diaconesse consacrate a Dio. Secondo un’altra leggenda, il velo era bianco e sarebbe diventato rosso al contatto col fuoco della brace.

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Grotta Vadalato

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29-11-2014 18-13-09

Testo di Ina garaffo.

La grotta di Badalato o Vadalato si trova a sinistra dell’omonima chiesa ai piedi di una collinetta lavica su cui crescono fichi d’India in contrada Poggio Rosso a Biancavilla. Da quando il sito e’ stato bonificato e’ possibile vederla solo attraverso l’ inferriata.
Si raggiunge dal km 29+700 della SS 121. Attorno alla nascita del sito e’ nata una leggenda secondo la quale nei primi del XIX sec. (1830) un certo Luigi Petralia, laico dei frati minori francescani, sognò che all’interno di una grotta lavica a circa 3 km da Biancavilla,vi fosse sepolto un quadro della Madonna.

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Crateri Barbagallo

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04-01-2016 09-15-23

I crateri Barbagallo si formarono in seguito all’eruzione del 2002. Grande eruzione durata dal 27 ottobre al 29 gennaio 2003. Questa eruzione è stata denominata l’eruzione perfetta. Essa è da considerarsi tra le più esplosive degli ultimi 100 anni. È da considerarsi anche la più distruttiva dal punto di vista infrastrutturale. Nella notte del 26 ottobre 2002 una forte scossa sismica avviò la fase eruttiva, che distrusse tutta la zona turistica di Piano Provenzana sul versante Etna-Nord in località di Linguaglossa. Tutte le infrastrutture turistiche-ricettive e sportive furono ricoperte dalla colata lavica, che in una nottata azzerò trent’anni di investimenti e progetti di una intera comunità. Le ferite della colata sono tuttora visibili non appena si raggiunge la località Piano Provenzana, dove uno scenario lunare ha preso il posto del un paesaggio che offriva la vista della pineta incastrata ai piedi dell’enorme montagna. (1)

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Casa Cuseni

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08-01-2016 07-56-27

Testo di Marinella Fiume. Foto di Alessandro Lo Piccolo.

Casa Cuseni, una delle più belle ville di Taormina, deve il suo nome al quartiere in cui sorge, l’antico borgo, in quella che fu una volta una scarpata di selvaggia bellezza e che ora è un incantevole oasi di verde, sulla strada da Taormina verso il santuario della Madonna della Rocca e Castelmola.  Casa Cuseni  fu progettata e fatta costruire, tra il 1905 e il 1911, da Robert Hawthorn Kitson, (1873-1947), laureato a Cambridge in scienze naturali a indirizzo geologico, pittore e mecenate che, dopo aver molto viaggiato, scelse per vivere la perla dello Jonio. Don Roberto era pittore di quotati acquerelli che espose più volte nella sua città natale, Leeds, alla Royal Academy di Londra, all’Accademia Britannica di cui era membro, a Roma e Catania; era anche un grande viaggiatore, che dalla sua Taormina visitava ogni anno per esempio il Nord Africa. Fu molto amato dai Taorminesi che lo chiamavano “il pazzo inglese”, non tanto per il suo aspetto alto e dinoccolato, i suoi occhi azzurri, i baffi in stile edoardiano, quanto per la stravaganza nel vestire e le sue preferenze omosessuali.

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Un bellissimo novembre.

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05-01-2016 09-57-38

La triste storia del Palazzo Riggio Carcaci.

Un bellissimo Novembre, un mese che solo in Sicilia sa essere languido e ovattato. Un mese “ruffiano” che protegge, fra le mura di una casa nobiliare, l’iniziazione all’amore del giovane Nino da parte della zia. Sullo sfondo le pendici dell’Etna e una disperazione sottaciuta e mai gridata perché in Sicilia anche l’amore può essere drammatico. Dalle belle pagine del romanzo di Ercole Patti “Un bellissimo Novembre” il regista Bolognini trasse uno dei suoi capolavori che conservò il titolo del racconto. Per girare le scene d’amore fra il giovane Nino, nel film interpretato dall’attore Paolo Turco, e la zia, un’avvenente Gina Lollobrigida, Bolognini scelse il vecchio palazzo nobiliare Riggio Carcaci in Aci Sant’Antonio (vedi la scena del film).

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Mulini di Biancavilla

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22-12-2015 20-10-02

I mulini di Biancavilla furono costruiti da Antonio Moncada Ventimiglia conte di Adernò e Principe di Paternò.  L’acqua proveniva dalla sorgente Cartalemmi e veniva utilizzata dai 5 mulini  per poi,  tramite un sistema di saje ancora presenti, essere usata per l’irrigazione delle campagne sottostanti.  I ruderi si trovano sotto la cosiddetta “Rocca” un lastrone lavico che si protende sulla valle del Simeto. La Rocca, era abitata sin dalla preistoria nei suoi anfratti , oggi di essa e’ rimasto ben poco a causa della cementificazione.

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Bosco di Casalotto: degrado e distruzione.

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05-01-2016 10-48-07

Continua la nostra triste rassegna sui siti degradati del nostro territorio. Oggi vi presentiamo un bosco che si trova nel comune di Aci sant’Antonio: il bosco di Casalotto. “La storica Villa Casalotto è quanto rimane di un vasto possedimento agricolo (27 ettari), coltivato a vigneto, appartenente all’illustre famiglia dei Casalotto. La proprietà, una residenza di campagna con annesso un parco di inizio Novecento, sviluppato su preesistenze sei-settecentesche, sembra rappresenti il nucleo di fondazione del comune di Aci S. Antonio (Balistreri et al., 1993), ed è andata riducendsi drasticamente in seguito all’intensa urbanizzazione del territorio, oggi in gran parte lottizzato e attraversato dall’autostrada Catania-Messina. Allo stato attuale, la Villa si estende per 21.500 mq e risulta costituita da un vasto giardino e dai ruderi degli antichi edifici.

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