Piana delle ficarre

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Porta_dei_Saraceni_12-08-2013 11-13-07A dispetto del nome, Piana della ficarra è una ripida mulattiera che collega Taormina a Castelmola. Secondo un’antica tradizione sarebbe stata usata dai Saraceni, comandati dall’Emiro Ibrahim-Ibn-Ahmed, per entrare e assediare Taormina nel 902. Vi proponiamo una variante che permette di raggiungere Taormina dal mare di Schisò per poi continuare verso Castelmola, al ritorno dal Belvedere di Taormina potete percorrere il sentiero dei pescatori che presenta un panorama mozzafiato sull’isola Bella. Lungo il sentiero potete visitare il sito archeologico di Cocolonazzo di Mola, una necropoli protostorica a “grotticella artificiale” del X-VII sec. A. C., di notevole importanza per la conoscenza degli insediamenti abitativi arcaici antecedenti la colonizzazione greca. Quindi incontrerete la porta dei Saraceni, splendido arco che ricorda l’assedio saraceno, ancora più in alto incontrate un secondo arco medioevale, probabile cappella votiva. Quasi alla fine del sentiero si trova la piccola chiesa di san Biagio, la più antica del comprensorio taorminese, aggrappata ad uno sperone di roccia, dal quale si ammira tutto il golfo di Taormina, l’Etna e, nelle giornate limpide, la Calabria.

Sentiero Piana della Ficarra

Sentiero via dei pescatori

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Castello di Forza d’Agrò

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20-07-2013 09-02-52Il castello di Forza d’Agrò è una fortificazione edificata, sulle rovine di una preesistente fortezza, nel sec. XI dai Normanni. Si accede tramide una lunga e ripida scalinata in pietra. Nel 1595 venne restaurato ad opera dei giurati e dei deputati del paese. All’interno della cinta muraria sono visibili i resti della chiesa del S.S. Crocifisso, i magazzini delle granaglie e gli alloggiamenti dei soldati. Nel 1676, durante la Rivolta antispagnola di Messina, il castello rimase fedele alla Spagna, per questo venne assediato e conquistato dai francesi; questi lo misero sotto la giurisdizione militare di Savoca che poco prima aveva capitolato un vantaggioso armistizio con gli stessi francesi. Proprio durante quel periodo travagliato, si consumò nel castello un feroce massacro, ordito da don Antonio de Hox, nobile francese e capitano del castello, fermamente intenzionato a diventare signore di Forza d’Agrò. Lo stesso don Antonio, dovendo consegnare al fratello Giacomo il comando del castello, lo attirò dentro il maniero con la scusa di una cena di benvenuto, in occasione della quale ci sarebbe stato il passaggio delle consegne. Giacomo, non sospettando nulla, vi si recò con i suoi famigliari; dopo una succulenta cena, don Giacomo De Hox ed i suoi famigliari vennero uccisi e fatti a pezzi dagli sgherri di don Antonio. Era la notte del 24 luglio 1676. Per non attirare sospetti sulla sua persona, Antonio De Hox fece spargere la voce che il fratello aveva deciso di lasciare nottetempo il castello. I cadaveri delle vittime, a quanto sembra, non vennero più ritrovati. Ai primi dell’Ottocento, il castello venne occupato dalle truppe inglesi, le quali vi apportarono alcune modifiche architettoniche. Dal 1876, per circa 100 anni è stato adibito a cimitero comunale. Purtroppo, come tante risorse culturali della nostra regione, si trova in uno stato di profondo degrado che si è creduto attenuare rendendo inaccessibile il maniero (notizie storiche tratte da Wikipedia).

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Monte Nero delle Concazze

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30-06-2013 10-15-57Il nero delle lave che battezzano il monte contrasta nettamente col verde brillante delle macchie di ginepro, col rosa delicato dei fiori di spino santo (Astragalus siculus) e col bianco dell’ultima neve, è l’essenza dell’Etna, la montagna dei contrasti.

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Dagale lunghe e quercia Panzazza

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23-06-2013 09-33-56Vi propongo un altro sentiero che attraversa Pianobello. Dal rifugio si percorre una facile trazzera che ci permette di ammirare la zona bassa della valle del Bove. Lungo il sentiero trovate una splendida quercia secolare “A cezza di Panzazza”.

Dagale lunghe.
Quercia di Panzazza.

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Grotta del gelo

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16-06-2013 13-29-57I sentieri che conducono alla grotta del gelo sono sicuramente fra i più affascinanti dell’Etna. Attraversare Piano dei dammusi con le sue lave a corda che disegnano fantasmagorici ghirigori, incontrare il Monte dei morti dove le lave sembrano i corpi di cadavere affastellati, sono esperienze uniche che solo l’eterogeneità unica dei paesaggi etnei può offrirci.

Il primo sentiero parte dal rifugio Brunek per arrivare alla fantastica grotta dei lamponi dove lame di luce  si rifrangono all’interno della grotta nella neve penetrata dai pozzi di luce. Si continua fra innumerevoli colate laviche attraversando dagale di verde fino al monte dei morti. Si arriva alla grotta di Aci e, infine, alla meta.
Il secondo sentiero si diparte da piano Provenzana, attraversa Monte nero con la magnifica bottoniera di crateri, arriva al rifugio Timparossa dal quale si devia per inoltrarsi in un fresco bosco che ci riconduce al Piano dei Dammusi.
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Roverella cugnu di mezzo

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09-06-2013 12-37-37Lungo il costone di Cugnu di mezzu s’insinua la Scalazza, un antico sentiero a gradoni che era utilizzato dai contadini di Zafferana per raggiungere i boschi dell’Etna. Sul bordo della Scalazza, s’affaccia sul precipizio sottostante una vecchia e maestosa roverella.

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Pietra Barca

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02-06-2013 13-50-14Un sentiero per immergersi nel verde della Valle San Giacomo alla scoperta dei pozzi e dei ruscelli che scorrono fra le pieghe della valle. Per chi non soffre di claustrofobia è inoltre possibile percorrere la galleria artificiale che attraversa il monte alla ricerca della vena d’acqua.

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Grotta degli archi

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02-06-2013 13-50-14La Grotta degli Archi è un bell’esempio di apparato eruttivo che presenta un cono di scorie, formatosi sulla frattura eruttiva, un canale ed un tubo di scorrimento che si sviluppano su due livelli sovrapposti. Il livello superiore, che parte dal cono di scorie, è costituito da un bel canale di scorrimento a cielo aperto, chiuso in alcuni tratti da archi di roccia (da cui il nome della cavità). Questo livello è lungo circa 350 m. Al di sotto di questo, si trova un tubo di scorrimento che è ostruito, nella parte centrale, per il congiungimento del pavimento con la volta ed è accessibile dalle due estremità. L’accesso superiore, che si trova in corrispondenza dell’arco di roccia formatosi a ridosso del cono di scorie, è costituito da uno scivolo che dà accesso al tratto della grotta di scorrimento lungo circa 100 m. Un altro scivolo, a valle del primo arco di roccia, dà invece accesso, dal basso, al tratto di tubo di scorrimento, a valle dell’ostruzione, e che è possibile risalire per circa 70 m, superando anche un salto di circa 3 m. Si ha notizia dell’uso, nel passato,
della cavità come deposito di neve.
Da CSE Catania – Renato Bonaccorso e Roberto Maugeri.

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