Torre Cabrera

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Nel XV secolo il sito dell’attuale Pozzallo era conosciuto dai naviganti per le sorgenti di acqua chiamate di “Pozzofeto” e della “Senia”, in quei tempi tanto famose da essere segnalate sui portolani e sulle carte nautiche per il rifornimento delle scorte d’acqua dei navigli. Quando i Chiaramonte, Conti di Modica, vi costruirono un Caricatore, cioè un complesso di magazzini sulla costa completo di pontili e scivoli per l’imbarco di merce sui velieri, considerato il secondo per importanza della Sicilia dell’epoca, si rese necessaria anche la costruzione di strutture per la sua difesa; agli inizi del XV secolo il re Alfonso V d’Aragona autorizzò la richiesta del conte Giovanni Bernardo Cabrera, di costruire una torre di difesa che da lui prese il nome: Torre di Cabrera.

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Castello Santapau

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14-08-2016 17-09-25

Il castello Santapau (chiamato anche castello di Licodia) si trova nel territorio comunale di Licodia Eubea, in provincia di Catania. Fondato in epoca medievale, non rimangono che alcuni ruderi, a seguito del terremoto del 1693. I ruderi del castello dominano dall’alto il centro urbano del comune di Licodia Eubea. Il castello fu costruito sull’omonimo colle (Colle Castello) a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea. La posizione permetteva il controllo di una vasta area territoriale, consentendo l’avvistamento dei nemici e il pronto intervento offensivo. Il castello era però soprattutto una roccaforte difensiva, difficilmente attaccabile dal basso, provvisto di poderose mura di cinta e torrioni d’avvistamento.

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Monte Iudica

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Da dove iniziare? Se seguiamo il filo della storia dobbiamo iniziare da un antico popolo indigeno che popolava il monte e dalla necropoli scavata nella roccia. Ma la leggenda ci racconta di una giovane normanna, Emidia, che per sfuggire ai Saraceni si travestì da vecchia ma che, una volta scoperta, venne gettata in un dirupo conosciuto oggi come “U sautu da vecchia” (Il salto della vecchia). La geografia ci parla di un monte alto 764 metri sulla piana di Catania che l’inganno prospettico sembra farlo rivaleggiare con la dirimpettaia Etna.

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Castello di Pentefur

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Tra mito, leggenda e storia. Il castello Pentefur si trova su uno dei due colli su cui sorge l’abitato di Savoca, in provincia di Messina in Sicilia. Il Maniero occupa il pianoro sulla sommità dell’omonimo colle; edificato in posizione strategico-difensiva, ha la base di forma trapezoidale. È ridotto ormai a pochi ruderi, consistenti in ampi tratti della cinta muraria merlata e dotata di feritoie, in alcune cisterne e nei resti di un mastio quadrangolare. Detto mastio era a due elevazioni, su un’area di 350 metri quadrati, sito nella parte più alta del pianoro, al suo interno sono ancora visibili le tracce di una ripartizione in diversi ambienti e una piccola porzione della pavimentazione.

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Torre Cuba

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Si tratta di una torre dalle origini incerte in località Muglia nel comune di Centuripe. Quasi sicuramente una torre di protezione e avvistamento per la fattoria e i terreni circostanti. Di struttura Nuragica, troncoconica, con conci a secco, in alcuni punti è rivestita da intonaco. Nei dintorni ritroviamo la miniera di zolfo di Muglia, il familisterio della zolfara e la fattoria del barone Spitalieri. La torre, la zolfara e la fattoria versano purtroppo in uno stato di totale abbandono e si teme per la loro conservazione.

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Castello di Cerami

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Il castello di Cerami e una fortezza rupestre di cui sopravvivono alcuni ambienti scavati in roccia chiaramente identificabili. L’intero complesso sorge sulla sommità di una rupe (1050m s.l.m.) e risulta accessibile attraverso due sentieri, da sud-est e sud-ovest. E’ ragionevole pensare che la zona ove insistono gli affioramenti di roccia più consistenti sia quella ove un tempo sorgeva il nucleo più antico del castello, successivamente estesosi occupando il limitrofo pianoro. Sulla consistenza della fortezza, a metà del XVI sec., si pronuncia Fazello, che ricorda la presenza di un “palazzo baronale fornito di magnifiche sale e camere da consiglio e dalla chiesa di S. Giorgio” [T. Fazello, vol. I, pag. 445 e seg.]. A questa descrizione si aggiungono le importanti testimonianze fotografiche del G. Paternò-Castello [G. Paternò Castello 1907, pp. 85-87], attraverso le quali è possibile ricostruire in linea di massima la consistenza dell’antico complesso.

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Castello di Tripì

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Sulle origini del castello di Tripì non si hanno notizie, o sono incerte; l’unico documento sarebbe uno scritto del 1154, del geografo Idris, che parla della presenza in questo luogo di una fortezza medievale. Si sa di certo che nella prima metà del 1300 si sono svolte delle azioni militari per il suo possesso e vi soggiornarono, l’ammiraglio Ruggero di Lauria, il re Federico II ed altri personaggi di alto rango fino alla seconda metà del XVII secolo. Il Castello è delimitato dai resti di una cinta muraria e da rocce che ne costituivano una difesa naturale; vi si accede dal lato sud ,tramite un sentiero tortuoso, che partendo dal paese si inerpica per 100 metri e si ferma davanti ad un varco, creato nelle mura, che fa supporre la presenza, in origine, del portale di accesso.

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Un bellissimo novembre.

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La triste storia del Palazzo Riggio Carcaci.

Un bellissimo Novembre, un mese che solo in Sicilia sa essere languido e ovattato. Un mese “ruffiano” che protegge, fra le mura di una casa nobiliare, l’iniziazione all’amore del giovane Nino da parte della zia. Sullo sfondo le pendici dell’Etna e una disperazione sottaciuta e mai gridata perché in Sicilia anche l’amore può essere drammatico. Dalle belle pagine del romanzo di Ercole Patti “Un bellissimo Novembre” il regista Bolognini trasse uno dei suoi capolavori che conservò il titolo del racconto. Per girare le scene d’amore fra il giovane Nino, nel film interpretato dall’attore Paolo Turco, e la zia, un’avvenente Gina Lollobrigida, Bolognini scelse il vecchio palazzo nobiliare Riggio Carcaci in Aci Sant’Antonio (vedi la scena del film).

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Torre Casalotto: degrado e distruzione.

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I nostri amici più attenti si accorgeranno che il titolo di queste note è quasi uguale ad uno precedentemente pubblicato e riferito alla località Gazzena di Acireale. Cambia il sito, cambia il comune ma non cambiano le condizioni di degrado. Abbiamo visitato ancora una volta la Torre di Casalotto, in quel di Aci Catena, nella speranza di ritrovare una situazione ambientale migliorata. “Spes contra spem” diceva san Paolo riferendosi alla fede di Abramo: “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza …”. I vecchi siciliani invece ci ammoniscono che “cu di spiranza campa dispiratu mori”.

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Il castello di Paternò

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12-03-2014 19-53-20Per Castello normanno di Paternò si intende la torre principale – sovente detta “dongione” – di un complesso fortilizio che essa dominava. Assurta a simbolo della città, la torre faceva parte di un castello fatto edificare nel 1072 dal Gran Conte Ruggero per garantire la protezione della valle del Simeto dalle incursioni islamiche. Il castello fu assegnato alla figlia di Ruggero, Flandrina, sposa dell’aleramico Enrico di Lombardia. Attorno al castello e al piccolo borgo la popolazione iniziò a crescere grazie ai numerosi mercenari al seguito dei conquistatori normanni e all’arrivo di coloni provenienti dall’Italia settentrionale attirati dai privilegi a loro concessi.

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