Grotta delle Colombe

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06-04-2014 14-07-51La grotta delle Colombe si forma a seguito della catastrofica eruzione del 1669. E’ costituita da una galleria lavica lunga circa 100 metri con la volta che arriva all’altezza di sette metri. Il pavimento è scosceso, formato da scorie e brandelli di lava saldata e sono presenti diversi rotoli mentre non sono molto diffuse le stalattiti. La presenza di un ambiente umido, alimentato da una sorgente interna di acqua, favorisce all’ingresso della grotta la presenza di una folta vegetazione di muschi e licheni. Foto di Salvo Nicotra.

Sito Etnanatura: Grotta delle Colombe.

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Stabilimento Monaco

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06-04-2014 10-17-43Un tempo, lo stabilimento “Francesco Monaco e Figli” sorgeva vicino alla stazione della Circumetnea. Il fabbricato misurava circa 125 metri di profondità con 60 di prospetto e si elevava con i suoi quattro piani per quasi 18 metri. Gli altri locali, magazzini, uffici, il fondaco, si estendevano fino a via Roma. Le attività che vi si svolgevano erano diverse: pastificio, distilleria e mulino. Nel 1910, i fratelli Monaco si divisero le diverse branche produttive, Antonino impiantò a Catania la distilleria e l’industria dei derivati dell’alcool e Lorenzo continuò a Misterbianco con il mulino e il pastificio. Il mulino in 24 ore era capace di produrre circa 500 quintali di sfarinati. Vi arrivarono a lavorare fino a 200 persone. Nel 1900 i Monaco cominciarono la produzione dei cognac. Si racconta che le loro cantine potessero contenerne costantemente una riserva di oltre 2000 ettolitri. La fama dello stabilimento era tale che, nel 1901, perfino il ministro Giovanni Giolitti volle venire a Misterbianco per visitare lo stabilimento. Nel 1919, grazie ai Monaco si ebbe la prima illuminazione elettrica; fin dal 1866, infatti, le strade del centro storico erano illuminate con fanali e lampioni a olio. Grazie a un contratto tra la ditta Monaco e il Comune, dunque, fu la zona dello stabilimento a godere di questo vantaggio. La corrente veniva erogata agli utenti senza contatore, a forfait; per avere l’illuminazione pubblica e privata in tutto il paese si dovette aspettare il 1923. Lo stabilimento contava anche attività di riparazione e manutenzione, con una falegnameria, un reparto per confezionare i sacchi, una fucina, un’officina meccanica, dotata di macchinari per l’epoca modernissimi; un grande pozzo per la necessità di acqua. Nel corso della sua lunga carriera industriale, la ditta ebbe numerosi attestati di stima e di simpatia; premi, riconoscimenti e medaglie in mostre ed esposizioni, da Catania a Palermo, a Parigi. Lo Stabilimento Monaco con le sue modernità era un’industria all’avanguardia che eccelleva nella capacità organizzativa, nella produzione e nell’esportazione. Tutto avrebbe fatto pensare a uno sfolgorante futuro e, invece, la sera del 20 aprile 1922 il fuoco (pare fatto appiccare dallo stesso Monaco, snervato dalle richieste sindacali dei lavoratori) distrusse tutto, lasciando solo le mura esterne, qualche locale e la svettante ciminiera. L’impresa Monaco era conosciuta ed apprezzata in tutto il continente, infatti numerosi furono i riconoscimenti e le onorificenze conseguite alle Esposizioni Nazionali ed Estere (all’Esposizione Universale di Parigi, nel 1900, il giurì decretava il “Grande Prix” per le paste alimentari; Medaglia d’oro a Palermo nel 1891 e a Milano nel 1906 per il “Bellini”, il “Cognac” e per lo “Champagne” ).

Da http://siciliaisoladaamare.wordpress.com/

Foto di Salvo Nicotra

Pagina Etnanatura: Stabilimento Monaco.

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Cisternazza Pisano

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09-03-2014 16-31-28La Cisternazza (‘A Cistirnazza in siciliano) è uno storico complesso monumentale del Comune di Zafferana Etnea, situato nei pressi della chiesa di san Giuseppe nella frazione Pisano Etneo. Edificata la chiesa di san Giuseppe e i locali residenziali attigui, il vescovo di Catania, Andrea Riggio, fece costruire intorno alla fine del XVII secolo, lateralmente all’edificio sacro, una monumentale cisterna, che per la sua poderosa mole venne ben presto denominata dagli abitanti locali La Cisternazza. Essa rappresenta la più antica costruzione mai rimaneggiata o riedificata esistente sul territorio comunale di Zafferana Etnea. Il complesso monumentale è costituito da una cisterna, da un cortile rialzato, da un giardino e da un portale. La grande cisterna, costruita in calcestruzzo, è profonda una decina di metri e ha un’apertura in pietra lavica dall’originale forma ottagonale, di diametro 3,20 metri. La bocca della cisterna è situata su un cortiletto rialzato, dal quale si accede per mezzo di una scalinata in pietra lavica e corredato tutt’intorno da sedili, anch’essi in basalto. Da questo stesso cortile si accedeva alla residenza del vescovo Riggio, oggi totalmente rimaneggiata e trasformata in normali abitazioni. L’acqua perveniva (e in parte perviene tuttora) alla cisterna attraverso una fitta rete di grondaie poste lungo i tetti della chiesa e degli edifici vicini. L’acqua de La Cisternazza riusciva a soddisfare le necessità dell’abitato di Pisano, ma anche dei borghi limitrofi di Bongiardo e di Fleri. Durante i periodi di siccità, frequenti nella stagione estiva, l’antica Strada Regia lungo cui si trovava la cisterna era un via vai di gente che si approvvigionava d’acqua. Attorno al cortile rialzato della cisterna si trova invece un giardino con piante e fiori, sede negli ultimi anni di spettacoli musicali all’aperto. Il complesso in origine era stato costruito con le sembianze di un piccolo fortino, tanto che vi si accedeva attraverso un monumentale portale di bugne laviche, alto 3,57 metri e largo 2,70 metri. Questo portale era un tempo chiuso da un enorme portone di legno. Ad avvalorare la tesi dell’intento dei Riggio di attribuire al luogo una funzione anche difensiva, è la presenza, fino al terremoto dell’agosto 1894, di una torre campanaria con le caratteristiche di una costruzione fortificata, di mole poderosa e provvista di feritoie e merlature. Dal testamento del vescovo Riggio si apprende che egli aveva stabilito di rifornire d’acqua i pellegrini e i viandanti che si trovassero di passaggio sulla Strada Regia, nella misura di un secchio a testa, in cambio solo di una preghiera. Attualmente il monumento è sotto la tutela del Comune di Zafferana Etnea, che ne ha recentemente curato il restauro e il ripristino del giardinetto. Da Wikipedia.

Sito Etnanatura: Cisternazza Pisano.

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Il castello del duca di Misterbianco

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08-03-2014 20-35-33Il Castello Duca di Misterbianco d’impostazione neogotica, fu edificato nel 1930 dal 9° Duca di Misterbianco Vespasiano. E’ situato all’interno dell’area “Oasi del Simeto”, in prossimità della foce del fiume. Attualmente si trova a nord rispetto al percorso del fiume, ma, fino alla metà del 1900 si trovava a sud, poiché il fiume, superato il ponte Primosole, prima di sfociare sul mare Jonio descriveva un’ansa passando più a nord. L’edificio era circondato da ettari di terreno coltivato a vigneti ed agrumeti, dotato di un pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua, di una zona termale corredata di piscina e di un colonnato neoclassico. Il piano terra del castello era destinato ad alloggi per la servitù, locali per la lavorazione dei prodotti raccolti nei campi, con un palmento, il frantoio, le scuderie e magazzini deposito. L’accesso avveniva dai cinque archi presenti a sud della struttura. In tale piano si trovavano due scale, una nell’angolo sud-ovest a due rampe che permetteva l’accesso al loggiato posto ai piani superiori e l’altra posta in posizione centrale rispetto al manufatto, che permetteva l’accesso al livello superiore sia in direzione ovest, quindi verso il loggiato, che in direzione est, permettendo l’accesso sulla terrazza con vista sul mare. Dal primo piano, dall’angolo nord-ovest, si elevava una magnifica torre quadrangolare su cinque livelli fuori terra, che costituiva il loggiato dello stabile, mentre nell’angolo sud-ovest vi erano quattro archi a sesto acuto sorretti da colonne e capitelli. La parte centrale del primo piano era adibita al soggiorno della famiglia, con finestre, aperture ad arco e terrazzi che permettevano di vedere la vegetazione circostante ed il mare. Nella parte centrale, si elevava un’altra piccola edificazione costituendo il secondo piano. Le parti sommitali del castello erano tutti coronati da merli. Il castello costituiva la dimora estiva della famiglia Trigona. Rimase in buono stato fino alla terribile battaglia che si combatté tra il 14 e il 17 luglio del 1943 al Ponte Primosole. In quella occasione, il castello fu occupato prima dai tedeschi e dopo dagli inglesi (Royal Artillery) come posto di osservazione. La torre alta 30 metri in posizione dominante, fu distrutta dall’ultima cannonata dei tedeschi alle ore 17 circa e non fece neanche un morto poiché le guardie inglesi erano a consumare il tè pomeridiano.

 

Le origini della famiglia Trigona.

 

La famiglia Trigona trae origini dai duchi “de Monti Chirii in Isvevia” (Germania sud-occidentale) e dal duca Salardo, il cui figlio Coraldo, acquistando il castello e la signoria di Trigona o Trigonna, in Picardia (Francia settentrionale), prese il cognome. Un discendente di Coraldo, Ermanno, valoroso capitano dell’imperatore Federico II di Svevia, ricevette per i servigi offerti al re, diverse ricompense, tra cui, nel 1239 la nomina di governatore di Mistretta. Un discendente di Ermanno, Giacomo, sposandosi nel 1369 con Margherita d’Aragona, figlia di Giacomo, nipote di Pietro d’Aragona II, re di Sicilia, ricevette lo stemma originario con l’aquila nera della Casa Reale d’Aragona. Lo stemma del Casato Trigona raffigura un’aquila nera coronata, recante sul petto uno scudo con incisa una cometa che illumina un triangolo. Da quando fu affidata la Piazza del Castello della città di Mistretta al Capitano Ermanno, la famiglia Trigona entrò a far parte di una casta nobiliare assai nota in quasi tutti i maggiori centri Siciliani, possedendo molti vassallaggi, signorie e feudi.

 

Il ducato di Misterbianco.

 

Nel XVII secolo, Vespasiano Trigona di Piazza Armerina, acquistò il Casale di Misterbianco, dove si trasferiva con la famiglia nei mesi caldi dell’anno. Il figlio Francesco sposò Felicita Paternò Castello, nipote del Principe Agatino Paternò Castello, dalla quale ebbe un figlio, Pietro Domenico. Quest’ultimo, grazie all’influenza della famiglia materna Paternò Castello, ricevette nel 1685 il titolo di Duca di Misterbianco dal re Carlo II di Spagna. Con Pietro Domenico nacque il Ducato di Misterbianco ed i successori furono nell’ordine: Tullio zio di Pietro Domenico, Vespasiano, Mario, Vespasiano, Alberto, Vespasiano, Alberto, Vespasiano, fino al 10° Duca Alberto nato a Catania il 27.02.1928.

Le foto e le informazioni si devono ad un paziente lavoro di ricerca dell’amico Salvo Nicotra.

Sito Etnanatura: Castello del duca di Misterbianco.

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