San Nicolò l’Arena

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Sito Etnanatura: San Nicolò l’Arena.

La chiesa di San Nicolò l’Arena a Catania è un edificio di culto cattolico, sito in piazza Dante Alighieri nel quartiere San Nicolò l’Arena. Misurando 105 metri di lunghezza e di larghezza 48 metri le navate e circa 71 metri al transetto, con un’altezza massima di circa 66 metri alla cupola, è la più grande della Sicilia. La sua costruzione è posteriore all’eruzione dell’Etna del 1669 e sostituisce un tempio più antico rinascimentale. Il primo tempio eretto dai benedettini a Catania venne titolato Sancti Nicolai de Arenis, letteralmente San Nicola dell’Arena poi traslitterato nell’attuale denominazione, e prende spunto dalla devozione dei monaci a San Nicola di Bari e dalla terra chiamata rena rossa che caratterizzò il primo complesso monastico eretto a Nicolosi da cui provenivano i monaci che fondarono il grandioso Monastero di San Nicolò l’Arena.

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San Filippo

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Sito Etnanatura: San Filippo.

Massiccia è questa chiesa, robusta e vigorosa la sua mole a foggia di croce greca, di fronte agli assalti dei tempo, alle scosse telluriche, alla violenza delle perturbazioni atmosferiche. Qui la vetustà si associa alla robustezza, e le sedici colonne dei prospetto in pietra di Siracusa, che sostengono l’architettura dei frontone, ne testimoniano l’intatta forza, mentre la lapide collocata al centro ricorda agli uomini di ogni generazione che questa chiesa è madre: ” Totius Acis Mater et Caput”.

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San Nicola Trecastagni

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Sito Etnanatura: San Nicola Trecastagni.

Chiesa Madre, dedicata a san Nicola di Bari nel 1789, si eleva su un colle di straordinaria panoramicità, dal quale l’occhio può spaziare dall’Etna a Taormina, alla Calabria, ad Augusta e al quale si accede per una scalea monumentale, con l’emiciclo alla base eccentrico rispetto all’asse della chiesa, in forte pendenza. Il prospetto scandisce gli spazi interni mediante pilastri in pietra lavica porosa sormontati da una architrave ornata da mascheroni e da un timpano triangolare su cui si erge lo snello campanile in arenaria di fattura recenziore. La monumentalità del portale d’ingresso è sottolineata da due basamenti sorreggenti delle colonne ioniche aggettanti, sulle quali poggia una trabeazione a raceni e una finestra adorna di semicariatidi, teste di angeli e maschere.

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Palazzo Zito

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Sito Etnanatura: Palazzo Zito.

Situato nel centro storico del comune di Cesarò, Palazzo Zito conserva la memoria di un passato ricco di storia e di tradizione. Sorge in una bella posizione dominante, da cui si aprono ampi suggestivi panorami sulla valle del fiume Troina e sull’Etna. L’edificio si articola su tre livelli, edificati in periodi diversi. La fase iniziale della costruzione risale sicuramente alla fine del 1600 cosi come si evince dagli scritti ritrovati all’interno; in tempi successivi, ha subito ampliamenti ed alcuni interventi di restauro. L’immagine complessiva della costruzione, ed in particolare i caratteri formali e stilistici, sono settecenteschi. Le volte dei piani rialzati sono decorate con affreschi di notevole pregio artistico e stucchi di pregevolissima fattura.

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Palazzo Branciforti

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Sito Etnanatura: Palazzo Branciforti.

Iniziato nel 1610 sotto la direzione di tre capomastri ennesi, Gianguzzo, Inglese e Calì, la sua costruzione si protrasse per mezzo secolo. Si presenta con una mole inconsueta e stupefacente per un centro agricolo di nuova fondazione. Ha pianta quasi quadrata e tre elevazioni, è dotato di ampio cortile e presenta alti bastioni sul fronte meridionale che si affaccia sul vecchio borgo.

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Granfonte di Leonforte

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Sito Etnanatura: Granfonte di Leonforte.

Fatta costruire dal principe N. Placido Branciforti sui resti di una antica fontana araba chiamata “Fonte di Tavi”, costituiva il luogo abituale di riunione della popolazione e, con le sue ventiquattro cannelle, anche l’abbeveratoio pubblico. La sua acqua alimentava anche le numerose fontane dell’Orto Botanico. Sembra che il suo disegno architettonico richiami un’analoga fontana che si troverebbe ad Amsterdam, in Olanda.

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San Marziano

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Testo e foto di Privitera Rosaria Saggio.

Non è cosa facile e semplice parlare del Monastero della Trinità e San Marziano di Lentini. Bisogna andare a ritroso nel tempo e nella storia.Spulciando antichi documenti vien fuori che l’attuale Monastero conta dal 1693 (anche prima). E’ la riunificazione di due Monasteri distrutti dal terremoto di quell’anno: il monastero di san Marziano anticamente dell’ordine di San Benedetto (Pirro) poi dal 1592 sotto la regola di San Francesco. e il monastero di santa Chiara eretto da Eleonora Branciforte nel 1322 nell’antico Tempio di Cerere, dov’era sepolto Geronimo Re di Siracusa (descritti da Federico II nei libri della Cancelleria del Regno).

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Palazzo Beneventano

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L’edificio è fra i più importanti della città di Lentini, non solo per la sua grandezza e per il suo sfarzo, ma anche per i personaggi che ne erano i proprietari e per coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Due furono i protagonisti del compimento di quest’opera, il barone Giuseppe Luigi Beneventano e l’Architetto Carlo Sada, che modificarono e ingrandirono l’edificio “a sontuosa villa meglio confacente nello stile ad una villa Baronale”. Siamo alla fine del XIX secolo, il periodo della rinascita del Palazzo, che ancora oggi è una testimonianza di molti secoli di storia della Città di Lentini. Nato a Carlentini il 13 novembre 1840 da una famiglia nobilissima, i suoi avi furono Principi alla corte di Federico II di Svevia, Giuseppe Luigi Beneventano fu Consigliere comunale e Sindaco e Senatore del Regno.

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Santa Maria di Valverde

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Ci sono dei posti conosciuti per la loro bellezza, altri per la loro storia, altri ancora per la leggenda. Il santuario di Valverde fa parte di diritto di questa terza categoria. Un posto dove la leggenda diventa favola. Nell’ultimo periodo della dominazione araba in Sicilia, nel giugno del 1038, un viandante di nome Egidio, proveniente da Catania era diretto ad Aci. Passando per Vallis Viridis venne assalito da un brigante, di nome Dionisio. Una volta depredato il malcapitato, Dionisio stava per ucciderlo quando venne udita una voce: «Dionisio, deponi quell’arma… e cessa questa vita di brigantaggio». La voce viene tradizionalmente attribuita alla Madonna. Il brigante non solo si fermò, risparmiando la vita al povero malcapitato, ma addirittura si convertì.

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Monastero Benedettini

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16-03-2014 12-24-03Il Monastero di San Nicolò l’Arena o abbazia cassinese di San Niccolò l’Arena o monstareo dei Benedettini è un complesso ecclesiastico situato in piazza Dante nel centro storico di Catania e costituito da un importante edificio conventuale benedettino e da una monumentale chiesa settecentesca. Fu fondato da monaci provenienti dall’omonimo monastero situato nei pressi di Nicolosi che a metà del XVI secolo chiesero al senato cittadino l’autorizzazione a edificare entro le mura, poiché minacciati dalle eruzioni dell’Etna e dalla presenza di briganti. Per la sua allocazione prettamente urbana può essere considerato un convento, ma popolarmente viene chiamato “Monastero dei benedettini”. Data la superficie occupata, circa 210 x 130 m., è ritenuto per estensione uno dei più vasti complessi monastici d’Europa.

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