Parco Archeologico di Leontinoi

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Pubblichiamo la carta del Parco Archeologico di Leontinoi a cura di Giovanni Spagnolello e Patrizia Carnazzo, pubblicata dalla Pro Loco di Carlentini

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Castellana

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Sito Etnanatura: Castellana.

Castellana costituisce l’area che più conserva testimonianze del suo passato nel territorio di Lentini. Sull’intero sito mancano studi dettagliati ma sono state segnalate nel tempo testimonianze che, partendo dal tardo neolitico (cultura di Serra d’Alto), passano dall’età del rame (Serraferlicchio e Malpasso, arrivando alla media-fine età del bronzo (cultura di Castelluccio, Thapsos e Pantalica), inoltre si trova una necropoli con tombe a forno. Sulla sommità della collinetta, verso la piana, sono state rinvenute tracce di strutture murarie, cocciopesto e numerosi frammenti di ceramica romana di età imperiale (databile tra il II ed il IV sec. d.C.) e bizantina.

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Palazzelli

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Sito Etnanatura: Palazzelli.

In contrada Palazzelli si trovano numerosi cameroni dei quali molti riutilizzati in età moderna. Già nella metà del XIX secolo sono segnalati alcuni ritrovamenti come quelli di “colonnette di marmo bianco, attorcigliate nella loro superficie di spire con cavette o scanalature […] un pregevole lastrico di elegantissimo marmo cipollino, di bel marmo rosso e di granito greggio, tutto messo in bella simmetria a foggia di mosaico”.

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Tempio di Ercole

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Il tempio greco di Ercole fu edificato nel IV sec. a.C. su un gradone roccioso prospiciente l’abitato. Per valenza storico-artistica ed architettonica esso è sicuramente uno dei monumenti aluntini più importanti in quanto, essendo l’unico ben conservato della provincia di Messina, rappresenta una grande testimonianza dell’età classica nel messinese.

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Cugno Carrubba

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Sito Etnanatura: Cugno Carrubba.

Cugno Carrubba è un sito preistorico ai confini fra i comuni di Lentini e Carlentini. Il periodo antecedente la colonizzazione greca di Leontinoi è avvolto nel mito. Delle civiltà preelleniche rimangono i ritrovamenti nelle zone archeologiche, in particolare grotte murate e capanne del tipo italico. Secondo Sebastiano Pisano Baudo, che ha scritto, attingendo a piene mani alla mitologia Storia di Lentini antica e moderna, i primi abitatori dei campi leontini furono i Lestrigoni, popolazioni vicine ai Ciclopi, che dimoravano sull’Etna. Un capo di questo popolo, il cui nome è stato tramandato per la saggezza e il valore, era Antifate. Richiamando autori mitologici greci, soprattutto Omero, l’autore descrive i Lestrigoni come popolazioni evolute, dedite principalmente alla pastorizia e organizzate sotto un governo federato, rinnegando la rappresentazione di essi come giganti incivili e persino antropofagi.

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San Pancrazio

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Sito Etnanatura: San Pancrazio.

Il Tempio di Zeus Serapide è attestato dai ritrovamenti di marmi con epigrafi, rispettivamente nel 1861 e 1867, la statua di Sacerdotessa di Iside, un anello d’oro del Sacerdote del tempio di Giove Serapide rinvenuto nel 1742 recante incisione. Il luogo di culto attraversa indenne i tre assedi saraceni. Il tempio in epoca araba è documentato con impianto a croce, e secondo l’uso bizantino presentava le absidi rivolte ad oriente e il prospetto ad occidente. All’interno presentava un solo altare e custodiva le spoglie di San Pancrazio. La parte in stile barocco risale alla seconda metà del 1600, in seguito alle ristrutturazioni e ingrandimento dell’impianto.

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Torrente Nicoletta

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Sito Etnanatura: Torrente Nicoletta.

Il Torrente, facente parte del territorio di Caronia, è un affluente del Torrente Furiano che sfocia nel Mar Tirreno. Lungo questo settore del torrente è possibile ammirare sia pareti verticali che porzioni di versante interessate da movimenti franosi legati alle vicissitudini geologiche e tettoniche dell’area. Qui, le rocce del Flysch Numidico – alternanze di quarzareniti grigie, talora in grossi banchi, e argille silicee scagliettate – sono incessantemente modellate dall’intensa azione erosiva dell’acqua del torrente.

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San Basilio

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Monte San Basilio è un’antica struttura di epoca greca che prende il nome dall’omonimo monte in cui è collocata, nel territorio di Lentini. Per quanto non vi sia un nome ufficiale, alcuni identificano il sito impropriamente con Colonne di San Basilio. L’area sommitale del monte mostra tracce di un antico insediamento già dalla preistoria con evidenti fori di capanna probabilmente riconducibili alla Cultura di Castelluccio.

Poco distante sorge la struttura imponente scavata nella roccia calcarea e con un’estensione di 18×16 metri e ben 32 colonne atte a sorreggere delle lastre in pietra. Parte della struttura è crollata ma restano ancora in piedi molte colonne.

L’imponenza del monumento richiamò l’attenzione del viaggiatore Jean Houel che ne tracciò degli schizzi nel 1777 nonché un’interessante testimonianza scritta:

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Grotta del drago

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02-11-2014 14-01-58.JPGPrende il nome di “Grotta del Drago” una località che si trova qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato di Scordia, in prossimità dell’altra denominata “Urgu Tintu”, da dove aveva origine il torrente che un tempo attraversava tutta la zona, prima di confluire nel Biviere di Lentini. Nel vallone prodottosi lungo il corso di questo torrente, le cui acque impetuose hanno inciso nel tempo il tufo delle rocce circostanti, soprattutto nella “Cava” e, appunto nella “Grotta del Drago”, è stato facile, fin dalla protostoria, trovare le condizioni favorevoli ad insediamenti umani.

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Palmento Roccella

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Sito Etnanatura: Palmento Roccella.

Alto Akesines (Alcantara), tra Mojo e Roccella, fino al XIV secolo territorio di Castiglione. In un’unica roccia arenaria troviamo due palmenti litici e due tombe a grotticella, dalla patina non si riesce a distinguere se c’è una differenza d’epoca tra i due manufatti, presumo dall’età del Bronzo al primo periodo siculo. Intorno al 1860 alle falde dell’Etna sono state ritrovate alcune ampelidi di ere geologiche dell’età terziaria: segno che la vite cresceva spontanea.

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