Fontana Murata è un abbeveratoio per il bestiame ma si può dissetare anche l’uomo. Come narra la storia fu edificata per volere del Principe Spadafora di Maletto, si può notare che nel monumento c’è lo stemma della Famiglia Spadafora, spada sfoderata sulla mano sx di cui deriva il cognome della Famiglia.
Casale e san Michele
Il 4 Febbraio del 1169 un immane terremoto del nono rado della scala MCS provocò distruzione e lutti nella Sicilia Orientale. La sola città di Catania pianse 20.000 morti compresi quelli che si apprestavano a festeggiare la festa della patrona sant’Agata con una messa solenne all’interno della cattedrale che venne quasi completamente distrutta.
In quegli anni il villaggio di Forza d’Agrò era ubicato in contrada Casale e servito, per le necessità spirituali, da una piccola chiesetta dedicata a san Michele Arcangelo di probabile fattura bizantina.
Bosco Petrosino
Il sentiero attraversa il Parco dei Nebrodi partendo da Maniace con splendidi panorami dei Nebrodi e dell’Etna.
Foto di Francesco Marchese.
Sito Etnanatura: Bosco Petrosino.
Campanarazzu
Campanarazzu è un sito archeologico, probabilmente il primo al mondo, dove si è scavato al di sotto di una eruzione lavica. A Pompei ed Ercolano gli archeologi hanno scavato sotto la cenere vulcanica a Misterbianco si è scavato sotto dodici metri di basalto lavico durissimo, con ruspe munite di un potente martello idraulico prima di rompere la lava ed arrivare al pavimento ed alle sottostanti cripte. Un sogno inseguito da secoli poiché tutti conoscevano il luogo dove sorgeva l’antica Misterbianco coperta dall’eruzione lavica del marzo 1669 che aveva distrutto l’intero abitato ma non era riuscita a sovrastare l’annesso campanile che si ergeva fuori dalle nerissime lave come a testimoniare ai posteri una presenza.
Museo Archeologico Naxos
Il museo sorge presso il Capo Schisò e l’attuale porto di Giardini Naxos, ai margini dell’area archeologica dell’antica città di Naxos, alla quale, si accede anche dagli spazi limitrofi al museo, grazie all’apertura di un percorso di visita, che, ricalcando in parte il tracciato di un importante asse stradale del V sec. a. C., conduce sino al versante occidentale delle mura. La sede museale si articola in tre corpi di fabbrica due dei quali destinati all’esposizione. L’edificio “A” realizzato negli anni ’70 quando venne istituito il museo, e l’edificio “B”, torrione del fortino borbonico di cui restano larghi tratti di mura. Il Museo illustra la storia della colonia greca di Naxos, prendendo al contempo in esame le evidenze preistoriche, attestanti l’ininterrotta continuità di vita nel sito, dal neolitico sino all’arrivo dei Greci nonché testimonianze dal territorio (Cocolonazzo di Mola, grotta Monaci, Fiumedenisi, Malvagna).
Museo archeologico Ramacca
Il Museo civico archeologico di Ramacca, istituito nel 1979 e inaugurato nel 1982, è uno dei musei più attivi della Provincia di Catania. Nonostante si avvalga solo delle attività di volontariato per la parte scientifica e didattica, riesce a dare un contributo notevole alla ricerca archeologica e allo studio del popolamento umano nel calatino, sia in ambito nazionale che internazionale. Nel 2013 è stata inaugurata una esposizione elegante, moderna e ricca di ausili didattici e di informazioni per i visitatori.
Angeli custodi della Forestale
Si era fatta estate, l’estate siciliana che prosciuga i corsi d’acqua e brucia i campi d’arsura e le pinete alle pendici dell’Etna. Debora, diciannove anni e le sorelle Elena, quindici e Valeria, dodici, una sera d’agosto sentivano bussare alla porta. Era un carabiniere che diceva loro e al padre di seguirlo. Alle ragazze il cuore balzò in gola, per la paura che fosse successo qualcosa alla loro mamma.
Montagna di Ramacca
Il Parco archeologico della Montagna, Torricella e S. Maria è stato realizzato grazie ai finanziamenti europei dei Progetti integrati territoriali, nell’ambito del PIT 16 “Le economie del Turismo”. È stato inaugurato nel gennaio del 2007 con lo scopo di delimitare le aree di interesse archeologico della zona, già individuate e studiate da anni da Università e Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania, di custodirle e di permetterne la fruizione sostenibile alla collettività ramacchese e ai visitatori.
Coda di volpe
Un sentiero che discende lungo la collina di Tindari per raggiungere la frazione di Marinello e, se volete, da qui i laghetti di Marinello (vedi). Splendido panorama sul Tirreno con sullo sfondo le isole Eolie.
Foto di Francesco Marchese.
Pagina Etnanatura: Coda di Volpe.
Castello di Forza d’Agrò
Un vecchio castello normanno adibito a postazione militare, una terribile strage, un fratricidio, centinaia di tombe scoperchiate all’interno del maniero costituiscono il quadro d’insieme di una location dove il mistero acquisisce i colori tetri della morte e il fascino del lugubre. Ma andiamo con ordine.
Il castello di Forza d’Agrò venne edificato, sulle rovine di una preesistente fortezza, nel secolo XI dai Normanni, si trova a 420 m. s.l.m.. Si accede tramite una lunga e ripida scalinata in pietra. Nel 1595 venne restaurato ad opera dei giurati e dei deputati del paese. All’interno della cinta muraria sono visibili i resti della chiesa del Crocifisso, i magazzini delle granaglie e gli alloggiamenti dei soldati. Nel 1676, durante la Rivolta anti spagnola di Messina, il castello rimase fedele alla Spagna, per questo venne assediato e conquistato dai francesi; questi lo misero sotto la giurisdizione militare di Savoca che poco prima aveva capitolato un vantaggioso armistizio con gli stessi francesi.