Lago Trearie

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13-07-2014 20-37-25Il lago Trearie si trova 1500 m. sul livello del mare ed è il più alto lago della Sicilia, cosa che in inverno gli attribuisce la caratteristica senz’altro peculiare di risultare in parte ghiacciato. Nei periodi piovosi raggiunge una superficie di 11 ettari che si restringe a 7 ettari in estate. La flore è ricca di agrifoglio e presenta anche la Xerofila e altre specie di composite quali Cicoria, Costolina levigata e la Prataiola. La presenza di un numero considerevole di carpe e tinche attrae gli uccelli che si nutrono di pesci quali Cicogne, Cormorani e il Gabbiano Reale. Non mancano inoltre Morette, Fischioni, Marzaiole. 
<br />Foto di Salvo Nicotra.

<br />Sito Etnanatura: Lago Trearie.

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Montagnola

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06-07-2014 06-31-27La Montagnola è uno dei più imponenti coni avventizi dell’Etna: si innalza a sud del Cratere Centrale, sull’alto versante meridionale dove si è impiantato a quota 2.500 m in seguito all’eruzione del 1763. Testimonia il canonico Giuseppe Recupero (1722-1778) nella “Storia Naturale e Generale del! ‘Etna” che “a 18 Giugno 1763 s’intese nel bosco di Paternò un terremoto. Il giorno appresso … sulle ore 19 si udì uno scoppio ben gagliardo sul!’ Etna, e videsi all’istante sollevarsi in aria un grosso globo di nero fumo. IL luogo d’onde sortì, si chiamava la Rocca della Pomice sull’estrema punta dell’ultimo piano dell’Etna rimpetto a mezzogiorno … Da quell’ora in poi successivamente ad innalzarsi dal citato luogo un densissimo ed altro fumo, Questo fumo era gravido di una polvere impalpabile, sottilissima, biancastra, detta cenere, e si attaccava con somma tenacità sopra tutti i corpi che toccava anche sulle verdi foglie, senza che l’acqua potesse diluirla … Il dì 20 sulle ore 17 cominciò a declinare il fumo, ed alle ore venti udironsi i primi scoppi « e tuoni. Fattosi poi notte comparve il fuoco, ma non era fluido, né scorreva come lava erano bensì materiali roventi, che uscivano da quattro buchi ben distinti fra loro”. 
Foto di Ivan Testa

Sito Etnanatura: Montagnola.

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Grotta dei Rotoli

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Pagina Etnanatura: Grotta dei Rotoli.

L’eruzione dell’Etna del 1865 ebbe inizio il 29 gennaio e si concluse nella metà di giugno dello stesso anno. In seguito ad essa nacquero i Monti Sartorius sul versante a nord-est. Più a valle si formò la Grotta dei rotoli che deve il nome a tunnel di lava accartociata. L’attività del vulcano ebbe inizio, con emissione di fumo dal monte Frumento delle Concazze, alle ore 14,30 del 28 gennaio 1865 seguita da rombi e scuotimenti e scosse sismiche. Il 29 gennaio alle ore 23 si manifestò un forte sisma che interessò tutta l’area orientale del vulcano provocando panico negli abitanti di tutti i comuni dell’area reiterandosi per alcune ore; poco dopo tre fontane di lava sgorgarono da fenditure apertesi tra 1800 e 1750 m. s.l.m. Il 30 gennaio ad est di monte Frumento si aprì una fenditura di circa 400 metri che emise ulteriori 8 fontane di lava. Con passare del tempo le fratture e i punti di emissione continuarono a spostarsi verso est con la formazione di otto coni tutti attivi tra il 4 il 5 febbraio. L’eruzione sembrò rallentare ma riprese vigore tra il 19 e il 25 marzo. Le colate furono almeno tre di cui la più bassa, verso nord-est si fermò il 9 febbraio mentre una successiva si arrestò il 12 dello stesso mese. Una nuova colata circondava Monte Chiovazzi alla fine di marzo raggiungendo la massima lunghezza il 4 aprile. Dopo varie emissioni successive l’attività cessò nella metà del mese di giugno. (Notizie prese da Wikipedia).

Pagina Etnanatura: Grotta dei Rotoli.

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Dagala del Picchio

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23-05-2014 22-57-14Le dagale sono delle isole boschive circondate dalla lava pietrificata. Il contrasto fra il paesaggio lavico e il verde della dagala ne risalta i colori rendendo magico l’ambiente. In particolare questa dagala s’incastona a nord di monte Calanna, formatosi dal collasso dei cosiddetti Centri Eruttivi Alcalini Antichi e che, per questo, presenta caratteristiche uniche nell’ambiente etneo. 
Foto di Salvo Nicotra.

Pagina Etnanatura: Dagala del Picchio.

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I laghetti di Cesarò

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Parco_dei_NebrodiI laghi di Maluazzo e di Biviere si trovano sul versante meridionale dei Nebrodi, nei pressi di monte Soro, e ricadono entrambi all’interno del parco dei Nebrodi. Entrambi sono circondanti da una lussureggiante vegetazione costituita per gran parte da una folta faggeta. Ricchi di piante endemiche quali la bellissima Glyceria fluitans, la Typha latifolia, il Trifolium repens, la Mentha pulegium ed altre piante acquatiche. E’ facile notare delle particolari ondulazioni delle acque formate dal nuoto flessuoso delle bisce d’acqua (Natrix natrix) mentre, nelle giornate di sole, la testuggine palustre siciliana (l’Emys Trinacris) si riscalda sulle rive generose di cibo. La popolazione avicola è ricca di Poiane (Buteo buteo), Gheppi (Falco tinnunculus), Falchi Pellegrini (Falco peregrinus), lo Sparviero (Accipiter nisuss) e la rarissima Cincia bigia di Sicilia (Parus palustris siculus), che costituiscono avifauna stanziale.

Foto di Santo Bella

Sito Etnanatura: I laghetti di Cesarò

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Cascate del Catafurco

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25-02-2014 18-15-15Il percorso verso le cascate del Catafurco attraversa campagne coltivate e zone aperte destinate al pascolo, Villaggio Molise, tipico esempio di aggregazione rurale, di grande valore etno-antropologico, di cui oggi possiamo ammirare solo dei ruderi e delle casupole realizzate in pietra senza l’uso di malta. La cascata del Catafurco è una cascata naturale che si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 m lungo il corso del torrente San Basilio. Alla base della cascata le acque si raccolgono in una cavità naturale, scavata nella roccia, chiamata Marmitta dei Giganti, dove, nella bella stagione, è possibile bagnarsi.

Foto di Michele Torrisi e Concetto Mazzaglia

Sito Etnanatura: Cascate del Catafurco.

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Serra delle Concazze e grotta di Serracozzo

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20100425 051Non potete dire di conoscere l’Etna se non avete provato il sentiero di Serra delle Concazze. Dopo avere attraversato i valloni di Serracozzo con i torrenti limpidi che scorrono alle prime pioggie, arrivate in una valle che custodisce la grotta di Serracozzo. Questa grotta, formatesi di recente dalle lave del 1971, per i giochi di luce dovute alle fessurazioni sul tetto, si presenta come una delle più affascinanti dell’Etna. Seguendo il percorso, dopo una ripida salita, arrivate a Serra delle Concazze che presenta un affaccio mozzafiato sulla valle del Bove.

Sentieri etnanatura:

Serra delle Concazze

Grotta di Serracozzo

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Sciammaro lupo

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22042012 083Partendo da monte Ilice, il sentiero attraversa le lave del 1634 e del 1792 per arrivare alla grotta Cassone (una delle più lunghe grotte dell’Etna). Lungo il percorso merita una sosta la grotta di monte Cicirello. Le lave antiche formano disegni fantasmagorici che non mancheranno di affascinarvi.

 

Sentieri etnanatura:

Sciamaro Lupo

Monte Ilice

Grotta di monte Cicirello

Grotta Cassone

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Schiena dell’asino

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IMG_3816Se dovessimo stabilire una classifica dei posti più fascinosi dell’Etna, vinta una naturale ritrosia che rende difficile scegliere fra chi si ama, sicuramente riserveremmo a questo sentiero un posto fra i primi cinque: panorami mozzafiato, relativa facilità del percorso e il più bel balcone sulla valle del Bove. Ciliegina sulla torta la grotta Pitagora, che deve il nome alla sua forma a triangolo rettangolo, facilmente raggiungibile con una lieve deviazione.

Sentieri etnanatura:

Schiena dell’asino

Grotta Pitagora

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Grotta del gelo

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16-06-2013 13-29-57I sentieri che conducono alla grotta del gelo sono sicuramente fra i più affascinanti dell’Etna. Attraversare Piano dei dammusi con le sue lave a corda che disegnano fantasmagorici ghirigori, incontrare il Monte dei morti dove le lave sembrano i corpi di cadavere affastellati, sono esperienze uniche che solo l’eterogeneità unica dei paesaggi etnei può offrirci.

Il primo sentiero parte dal rifugio Brunek per arrivare alla fantastica grotta dei lamponi dove lame di luce  si rifrangono all’interno della grotta nella neve penetrata dai pozzi di luce. Si continua fra innumerevoli colate laviche attraversando dagale di verde fino al monte dei morti. Si arriva alla grotta di Aci e, infine, alla meta.
Il secondo sentiero si diparte da piano Provenzana, attraversa Monte nero con la magnifica bottoniera di crateri, arriva al rifugio Timparossa dal quale si devia per inoltrarsi in un fresco bosco che ci riconduce al Piano dei Dammusi.
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