Linguaglossa: le origini

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Riceviamo dall’amico Giuseppe Tizzone un articolo con una suggestiva ipotesi sulle antiche origini di Linguaglossa.

Accendo un cerino per far luce nella storia buia di Linguaglossa. Pur non avendo gli strumenti per ulteriori ricerche sul campo, esistono, a mio parere diversi elementi che lasciano supporre che una minoranza proveniente da Rodi si stanziò e formò un nucleo abitativo nell’odierna Linguaglossa, già a partire dal V secolo a.C. Dalle parole degli storici, ai ritrovamenti di reperti archeologici, fino a una scultura in cui sarebbe riconoscibile il mito di Ercole, ci sono parecchi elementi che possono suffragare l’ipotesi che Linguaglossa derivi dalla greca Ixia o Icsia.
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Cava Lineri

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05-03-2015 21-29-21La cava è stata scavata al margine della colata lavica del 1669, che nel tratto di interesse, sovrasta colate laviche comprese nell’intervallo temporale tra 15 ka e 3,9 Ka dall’attuale (Carta Geologica del Vulcano Etna). La cava, che non è stata topografata, ad una prima osservazione, sembra svilupparsi per una lunghezza di metri 200 e l’asse della stessa è rappresentato da una spezzata zigzagante, i cui segmenti hanno un orientamento ovest-est e sud-nord. Il dislivello tra l’ingresso e la fine della cavità sembra essere di circa 7-8 metri e segue il paleo suolo, ovvero il contatto tra la colata lavica del 1669 e quella sottostante. Continua a leggere

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Marinello

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01-03-2015 18-31-44La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello è un’area protetta istituita nel 1998 e affidata in gestione alla provincia di Messina. Si estende su oltre 400 ettari. Il trasporto sulla costa di sabbia e ghiaia è dovuto all’approfondimento del fondale marino, dovuto all’azione, in questo caso, del Mar Tirreno. L’origine dei Laghetti Marinello è fatta risalire al 1877. Presenta diverse varietà di flora fra cui: hyparrhenia hirta (barboncino mediterraneo), helichrysum italicum (elicriso), ruppia maritima (fieno di mare), echinops spinosissimus (cardo-pallottola vischioso), dianthus rupicola (garofano delle rupi), brassica incana (cavolo biancastro), lonicera implexa (caprifoglio mediterraneo).

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Loreto

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07-02-2015 11-06-44La Chiesiola della B.ma Vergine S.Maria di Loreto fuori la citta’, situata un miglio distante, nel principio del Bosco in mezzo di alcune chiuse nominata di “Callozzo”, fu fondata dal proprietario di dette chiuse Giovanni Maccarrone, alias Callozzo, il quale per codicillo agli atti di Notar Stefano Mangano 2 settembre 1575, dispose che le dette chiuse e la Chiesa, seguita la morte del Rev. Sac. D. Abramo Grasso (la sepoltura è visibile nella Cattedrale) fossero amministrate dall’Opera della Luminaria del SS. Sacramento della Matrice chiesa di Jaci. Morto il Sac. Grasso il 04 marzo 1626, le dette chiuse la piccola Chiesa passarono all’amministrazione dei Rettori della Luminaria, i quali migliorarono la cultura delle terre e aumentarono il culto della Chiesa, ottenendo da Mons. Innocenzo massimo Vescovo di Catania di celebrare la festa della B.ma Vergine, la Chiesa in seguito acquistò singolare celebrità e i Rettori formarono un libro in cui tenevano registrati le grazie concesse ai devoti della B.ma Vergine –

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Borgo Rurale di Cassibile

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14-02-2015 18-08-22Il Borgo Rurale di Cassibile costituisce la parte più antica della località, ubdicato nella parte meridionale di Cassibile, esso un tempo al suo interno aveva di tutto: oltre alle case dei contadini, vi era la Chiesa, le stalle, i magazzini per gli attrezzi agricoli, i granai, i palmenti per uva, le olive e il grano e poi ancora varie opere fondiarie, locande e osterie, una caserma dei carabinieri per salvaguardare la sicurezza degli abitanti e un presidio medico-ospedaliero per far sì che si potesse salvaguardare anche la salute di coloro che abitavano questo borgo rurale. Venne elevata anche una torretta chiamata Torre del Marchese, la quale serviva per avvistare presunti pericoli per il borgo come per esempio le incursioni dei briganti, fenomeno che interessò tutto il Sud Italia nella seconda metà del 1800, nel tempo in cui scoppiarono le rivolte contro il neo-ufficializzato Regno d’Italia con sede sabauda a Torino.

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Eremo sant’Anna

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14-02-2015 13-28-56La fondazione dell’eremo ad opera del frate eremita Rosario Campione da Acireale, avvenne nel 1751. Successivamente grazie a fra’ Gioacchino Maugeri e fra’ Giovanni Battista Strano nacque l’omonima comunità agricola. L’impianto originale era composto da una chiesetta con due piccoli vani, immersi nella vegetazione a cui si aggiunse in seguito una grande cisterna per la raccolta delle acque. Nel 1756 vennero aggiunte le celle e la cappella grazie alla collaborazione di Alfio e Concetto Grasso.

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Monastero sant’Antonio

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12-02-2015 00-43-04A sud del centro storico di Mascalucia, all’interno del cimitero centrale, si trova un tempio di stile gotico antico la cui architettura risale ai primi tempi dei Cristiani in Sicilia. La sua architettura originale pare risalga ad epoca anteriore alla venuta dei Saraceni (anno 827). Sicuramente doveva far parte della giurisdizione dei P.P. Benedettini a quell’epoca diffusi in tutta l’isola. Attraverso la donazione di Tertullio, padre di San Placido, erano entrati in possesso dì immensi beni, tra cui molte terre nei dintorni di Catania In seguito appartenne all’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani, ed essendo unica chiesa, tra le contrade etnee, fu parrocchia dei paesi limitrofi quali San Giovanni Galermo, Gravina, Tremestieri etc..

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Basilica di monte Po

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12-02-2015 01-46-41Si tratta un’antica basilica bizantina. La chiesa dovrebbe essere datata fra la seconda metà del VI secolo e la prima metà del VII. Si sviluppa secondo quattro quadrati di cui tre comprendono il corpo delle navate e il quarto lo sviluppo dell’abside. Purtroppo poco o altro si è riusciti a comprendere e interpretare e i pochi resti rimasti, inaccessibili perché interni ad un cortile privato, meriterebbero sicuramente un approfondimento per ricostruire la storia delle prime comunità cattoliche catanesi.

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Galleria drenante Aci Castello

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08-02-2015 19-08-04Ubicata in area marginale appena a monte di Aci Castello. Si tratta di una galleria drenante di circa 30 metri di lunghezza, larga 1 metro e alta 1,5 metri, scavata nei “pillow lava” e rivestita di blocchi di pietra lavica, tranne i primi due metri dove le pareti sono state intonacate. Il soffitto è fatto con grossi blocchi lavici inclinati e contrapposti a “V” capovolta. Nell’ultimo tratto si divide in due gallerie che planimetricamente disegnano una “U”. Nel tratto finale le pareti non sono state rivestite con i blocchi.

Pagina realizzata in collaborazione con “Cavità antropiche e naturali dell’area di Catania“.

Foto e testo di Filippo Musarra.

Pagina Etnanatura: Galleria drenante Aci Castello.

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Cuba Imbisci

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06-02-2015 19-22-57Nessun dato storico aiuta a collocare cronologicamente il piccolo edificio religioso di contrada Imbischi. La piccola chiesa di contrada Imbischi sorge limitrofa al corso del fiume Alcantara. Tutt’intorno si intravedono resti architettonici reimpiegati in muretti a secco o in edifici rurali. Questo riutilizzo testimonierebbe un’ampia frequentazione dei luoghi ove sorgeva la chiesetta che certamente non giaceva isolata, ma inserita in un contesto abitativo ormai scomparso. L’edificio è orientato ovest/est e possiede una pianta rettangolare. Ad oriente si trova un abside semicircolare con catino emisferico. Il fianco settentrionale è conservato fino all’innesto del soffitto, al contrario di quello meridionale, del quale rimangono solo pochissime assise appena affioranti dall’attuale piano di calpestio. Nessun prospetto si conserva ad occidente.Il piccolo edificio sacro si componeva, all’interno, di un’unica navata, la cui copertura doveva essere probabilmente a volta. All’esterno, le fiancate laterali erano contraffortate e di tali semi pilastri oggi sopravvivono solo quelli settentrionali in numero di tre. Ancora, la lunga parete settentrionale presenta due finestre a forte strombo esterno, internamente caratterizzate da archetti a testa di chiodo. Si tratta di un elemento che, insieme con i contrafforti esterni, accomuna la chiesetta di Imbischi con la Cuba di S. Domenica presso Castiglione. A livello dell’imposta, si possono osservare altre due finestre rettangolari. L’abside è composto da conci di pietra lavica squadrati. La Fronte dell’abside è formata da un ampio arco a tutto sesto composto da blocchi di pietra lavica squadrata non inframmezzata da laterizi e poggiante lateralmente su due pilastrini sormontati da mensole. Non esistono dati certi che permettano una precisa collocazione cronologica della struttura. Si trattava certamente di una chiesa al servizio di una comunità rurale che viveva nei pressi del fiume Alcantara. Attraverso confronti tipologici con alcune strutture consimili, come la vicina Cuba di Castiglione o la basilichetta di Priolo, si potrebbe azzardare una collocazione temporale compresa tra il V/VI e l’VIII sec. d.C. Agli inizi del XX sec. fu Paolo Orsi ad interessarsi di contrada Imbischi [P. Orsi 1907, pp. 496-97] , compiendo alcune esplorazioni preliminari attraverso l’assistente R. Carta, a seguito dei ritrovamenti che oggi compongono la collezione Vagliasindi, esposta al museo di Randazzo. Carta rinvenne numerose sepolture a tegola dislocate per la maggior parte in contrada S. Anastasia (odierna contrada Feudo?) e nella limitrofa contrada Imbischi osservò la basilichetta che venne prontamente fotografata dal fotografo Rizzo (utilizzando presumibilmente una folding a lastre o “ibrida”, cioè con dorso predisposto per lastre o pellicole). Dalla visione delle fotografie Orsi dichiarava le sue preplessità relative alla datazione della chiesa, dubitando se si trattasse di una struttura risalente al periodo bizantino o normanno.
Giuseppe Tropea da medioevosicilia.eu

Pagina Etnanatura: Cuba Imbisci.

Su Etnanatura vedi anche “Le cube“.

Foto di Salvo Nicotra

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