Monte Egitto

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26-10-2014 10-59-32Il sentiero per monte Egitto, per la varietà e la bellezza dei paesaggi, è senz’altro fra i più affascinanti delI’Etna. Il primo monte che si incontra è monte Ruvolo, chiamato così per l’enorme roverella (Cerza o Rruvulu in siciliano) che vegetava dentro il cono. Si attraversa la colata lavica del 1763. Il montarozzo successivo è Monte Arso. Infine Monte Lepre. Il percorso finisce dove c’è la roverella più grande e maestosa dell’Etna. A monte Egitto ci sono altre roverelle ma stanno morendo a causa dei pini che le soffocano.

Foto e info di Gaetano Fichera.

Sentiero Etnanatura: Monte Egitto.

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Arrusbighiasonnu

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Castagno_Castanea_sativa__20100402 165A volte il destino riserva agli umani un’esistenza anonima perché oscurata dalla presenza ingombrante di qualche familiare molto noto. Lo stesso destino ha avuto il Castagno della nave, imponente e vetusto castagno, la cui fama è offuscata da un vicino “ingombrante” e universalmente noto: il Castagno dei cento cavalli. Se vi trovate a visitare il famoso castagno dei Cento cavalli, noto per le imprese amatorie della regina Giovanna, non dimenticatevi di continuare il vostro percorso di altri 500 metri per visitare il Castagno della Nave, maestoso monumento naturale, alto quasi venti metri e vecchio di 1.800 anni. Il castagno deve il suo nome alla forma della ceppaia, che ricorda lo scafo di una nave. Ma i contadini lo chiamavano anche Arrusbighiasonnu forse perché,  quando ritornavano stanchi, di notte e a dorso di mulo, da una dura giornata di lavoro sulle pendici dell’Etna, venivano svegliati dall’urto con le fronde basse del castagno. O forse perché, ospitando l’albero centinaia di uccelli, questi all’alba, col loro canto, svegliavano tutte le persone che abitavano in prossimità di questo gigante.

Pagine Etnanatura: Castagno della Nave.

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Il castello, il Neck, l’ulivo millenario e il Sieli

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16-02-2014 11-42-16Quella che vi proponiamo oggi è una passeggiata nella storia geologica, ambientale e umana dell’Etna. Senza rispettare la cronologia partiamo dal Castello di Motta (vedi), un torrione normanno, costruito su una preesistente struttura araba dal gran Conte Ruggero d’Altavilla. La torre è stata edificata come postazione difensiva sulla cima di un vulcano preetneo: il Neck (vedi). Si tratta di un cono vulcanico nato circa 500.000 or sono riempito da magma che non è fuoruscito e non ha provocato una colata lavica. Forse è l’unico esempio di “neck” in Italia. Altri esempi di questo tipo si trovano in Francia (Le Puy en Velais), in Algeria (Tamanrasset – Ahaggar) e negli Stati Uniti (Missouri, Montana, Arizona, Utah, New Messico). Per questa peculiarità il nek di Motta si ritrova citato su tutti i libri di geologia. Allontanandoci di poco dal centro urbano incontriamo un vecchio patriarca: l’Ulivo di Motta (vedi). L’enorme albero, vecchio di 1200 anni, si segnala per l’imponenza e la bellezza. Attraversando il torrente Sieli (vedi) si risale sull’omonima collina che presenta una vista incomparabile della rupe col castello, dell”Etna, della valle del Simeto e delle colline di Catania. Al ritorno ritrovate una grotta d’argilla (vedi) unica nel suo genere nel catanese (raccomandiamo di non entrare in grotta in quanto c’è il rischio di cedimento delle pareti).

Come sempre, purtroppo, non possiamo non segnalare alcuni aspetti negativi dovuti alla presenza di un’enorme discarica sul lato opposto della collina e di motociclisti che  usano i sentieri come piste da motocross compromettendo il fragile equilibrio dei posti.

Pagine Etnanatura:

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Faggio di monte Pomiciaro

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20100627 025Ai piedi di monte Pomiciaro, all’inizio del sentiero che conduce a Monte Zoccolaro, troviamo un faggio, che prende il nome dal monte, di dimensioni ragguardevoli e vecchio di 200 anni. Come tutti i faggi del nostro vulcano può essere considerato l’erede del periodo oceanico del postglaciale a testimonianza di un’era sicuramente più fredda e più umida dell’attuale. Alto venti metri e con una circonferenza al tronco di sette metri e mezzo, svetta nel bosco circostante che comunque presenta altri faggi di notevoli dimensioni. Purtroppo il tronco è stato ripetutamente intagliato da vandali e riporta insulsi messaggi che testimoniano la stupidità di qualcuno.

Sentiero Etnanatura: Faggio di monte Pomiciaro.

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Castagno di Serra Pizzuta

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Castanea_sativa_201011121 005Fra tutti i patriarchi dell’Etna è forse il meno conosciuto ma non per questo non si segnala per bellezza e imponenza: alto diciotto metri presenta una circonferenza al tronco di quasi sette metri. In quanto ai compleanni ha raggiunto la vetusta età di 400 anni.

Sito Etnanatura: Castagno di Serra Pizzuta.

 

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Aliva ‘mpttata

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27-01-2013 09-37-07L’11 Marzo del 1669 l’Etna conobbe una delle più catastrofiche eruzioni della sua storia. Nella descrizione di Giuseppe Recupero: “commoversi con grande violenza tutto il perimetro della montagna, saltare in aria dal cratere una prodigiosa colonna di nero fumo, e rovente materia, e profondarsi finalmente la sua cima con orridi rumoreggiamenti nel suo baratro. Cadde in primo luogo quella vetta che guardava verso Bronte, di poi l’altra rimpetto l’oriente ed ultimamente si rovesciò quella posta in faccia al mezzogiorno”. Nella chiesa del paese di Misterbianco una campana dal suono armonioso scandiva il tempo e l’esistenza dei suoi abitanti. Quando la lava minacciò il paese gli abitanti pensarono di salvare la campana della chiesa. Incontrato sul camino un ulivo imponente, appesero alle sue chiome la campana che risuonò ancora a chiamare a raccolta gli altri abitanti dispersi nelle campagne. La lava non risparmiò il paese ma il suono della campana dall’alto dell’”aliva ‘mpttata” salvò la comunità. Ancor oggi il maestoso ulivo, orgoglioso (‘mpttatto) della sua storia, si erge nelle campagne di Misterbianco.

Sentiero etnanatura: Aliva ‘mpttata.

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Ulivo di Motta

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20110228 001Nell’anno 877, quando l’ulivo di Motta feriva il terreno con i suoi primi germogli, il generale arabo Giafar Ibn Muhammed occupò Catania, e poi Siracusa, superato il blocco impostole nell’872-873 da Khafāja b. Sufyān b. Sawādan, che cadde il 21 maggio 878, a oltre mezzo secolo dal primo sbarco arabo, al termine d’un implacabile assedio che si concluse col massacro di 5.000 abitanti e con la schiavitù dei sopravvissuti, riscattati solo molti anni più tardi. Basilio I decise allora di mandare una flotta di 140 navi comandata dal generale Nasar per contenere l’espansionismo degli Arabi, che avevano ormai sottomesso i 3/4 dell’isola. La flotta ottenne un’inaspettata vittoria navale sugli Arabi nel 880 presso Milazzo, ma questa vittoria non riuscì a risollevare la situazione. L’ultima roccaforte importante della resistenza siciliana a cedere fu Tauromenium (Taormina) il 1º agosto del 902 sotto gli attacchi dell’emiro Ibrāhīm b. Ahmad.

Da allora il nostro ulivo è cresciuto forte e temprato, ha acquisito l’imponenza e la dignità che solo gli anni ti possono dare ed oggi festeggia, anno più anno meno, i 1200 compleanni. Ha assistito impassibile al nascere e morire di civiltà e dominazioni, di uomini e donne, di città e imperi.

Oggi ci guarda compassionevole col tronco costolato come solo la fronte rugosa degli anziani saggi può essere.

Etnanatura: Ulivo di Motta

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Faggio della Rocca

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10062012 180In alto, in cima alla parete dell’Acqua Rocca, domina, imponente, il Faggio della Rocca, vecchio di trecento anni, aggrappato alla roccia con un intrigo di radici esterne che serpeggiano in un inviluppo fascinoso. Sulla sinistra, all’interno di una costruzione in pietra lavica,  zampilla una vena d’acqua sorgiva.

 

Sentiero Etnanatura: Faggio della Rocca.

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Dagale lunghe e quercia Panzazza

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23-06-2013 09-33-56Vi propongo un altro sentiero che attraversa Pianobello. Dal rifugio si percorre una facile trazzera che ci permette di ammirare la zona bassa della valle del Bove. Lungo il sentiero trovate una splendida quercia secolare “A cezza di Panzazza”.

Dagale lunghe.
Quercia di Panzazza.

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Roverella cugnu di mezzo

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09-06-2013 12-37-37Lungo il costone di Cugnu di mezzu s’insinua la Scalazza, un antico sentiero a gradoni che era utilizzato dai contadini di Zafferana per raggiungere i boschi dell’Etna. Sul bordo della Scalazza, s’affaccia sul precipizio sottostante una vecchia e maestosa roverella.

Link sentiero.

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