Ponte dei malati

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07-06-2015 17-31-46Il 14 Luglio del 1943 il generale  Bernard Law Montgomery, comandante delle truppe che sbarcarono in Sicilia (l’operazione Husky),  decide che il Ponte dei Malati di Lentini, sulla strada che collegava Siracusa a Catania, è indispensabile per una veloce avanzata: deve essere preso intatto, impedendo a tedeschi ed italiani di farlo saltare. Alle 3 di notte del 14 luglio arriva al ponte dei Malati dove un unico plotone di italiani presidiava i fortini.

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Villa romana di san Biagio

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21-06-2015 20-16-51La villa di Castroreale – S. Biagio, oggi comune di Terme Vigliatore, riportata alla luce negli anni cinquanta, è tra gli esempi più interessanti di villa di lusso suburbana.
Costruita alla fine del II o inizi del I sec.a.C. in un sito abitato già dall’età ellenistica (III-II sec.a.C.), subì almeno due restauri o risistemazioni nella prima età imperiale (metà del I sec.d.C; II sec.d.C.), come indicano le modifiche apportate soprattutto al settore termale. La presenza, tra i materiali rinvenuti di ceramiche tarde e gli ambienti costruiti con materiali di risulta, recentemente affiorati con gli scavi condotti nel settore est (in prossimità dell’attuale accesso all’area archeologica), portano ad ipotizzare una continuità di frequentazione del sito fino ad epoca tardoantica.

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San Giuliano

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29-06-2015 18-35-10Alle pendici del monte Tirone a Lentini si ritrovano le tracce di un gruppo di case scavate nella roccia e della chiesa di san Giuliano. La chiesa prima dell’età cristiana dovette essere una tomba di epoca pregreca che i cristiani ampliarono con un’abside costruito davanti alla grotta, abside che crollo in seguito al terribile terremoto del 1693.

Foto di Rosaria Privitera Saggio.

Sito Etnanatura: san Giuliano.

 

 

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La discesa agli Inferi di Antonio Nicoloso

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antonio nicoloso guida dell'etnaDi Marinella Fiume

Colui che alla fine del Novecento era la più vecchia guida dell’Etna, Antonio Nicoloso, è scomparso nel 2007 nel paese dov’era nato nel 1933: Nicolosi (Ct), la porta dell’Etna, situato sul versante sud, meta di chi vuole raggiungere le piste da sci e la funivia, arrivando fino al cratere centrale. Fu un uomo dal carattere mansueto, sobrio e taciturno, ma la più leggendaria e carismatica guida dell’Etna, profondo conoscitore dei suoi misteri e di ogni suo segreto, un vero “maestro” per chi voleva scoprire il vulcano, e tutti coloro che hanno imparato da lui a conoscere intimamente e ad amare l’Etna gli sono debitori, perché la sua figura è simbolica del rapporto più autentico tra uomo e natura. Perciò il vulcano senza il suo figlio prediletto è come orfano.

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Villaggio Bardara

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22-06-2015 20-48-41I nuovi borghi rurali sono nuovi insediamenti all’interno di quegli interventi di programmazione d’area vasta che prevedevano sistemi urbani o rurali funzionalmente integrati nel territorio e fondati durante il ventennio del regime fascista. Si trattò, nella maggior parte dei casi, di fondazioni di varia tipologia insediativa, quasi sempre programmate nell’ambito di una pianificazione territoriale di più ampia scala del territorio agricolo, che prevedeva quasi sempre la bonifica idrico-ambientale di vaste aree.

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Lago Ogliastro

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22-06-2015 13-25-57Il lago Ogliastro si trova al confine tra la provincia di Enna e quella di Catania, e si estende nel territorio tra i comuni di Aidone (prevalentemente) e Ramacca. Il lago è stato formato, a scopo irriguo e come riserva idrica, mediante la costruzione di una diga in terra battuta sul fiume Gornalunga lunga 830 m e che nel punto più alto misura 53,6 metri. Il nucleo impermeabile della diga è realizzato in materiale limo-sabbioso di origine alluvionale ed è ancorato allo strato argilloso di base. Il progetto è stato realizzato grazie ai finanziamenti erogati dalla Cassa del Mezzogiorno tra il 1963 e il 1972. La diga venne chiamata Luigi Sturzo in onore del grande statista siciliano.

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Tindari

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08-06-2015 19-16-56Tindari si strova su un promontorio dei monti Nebrodi che si sporge, da un’altezza di 268 m, a picco sul mar Tirreno e sulla Riserva naturale orientata dei laghetti di Marinello. La città venne fondata da Dionisio di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce.

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L’Etna e il vino

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Di Marinella Fiume.

Vestibolo di Polifemo - Villa del Casale. Piazza Armerina

Vestibolo di Polifemo – Villa del Casale. Piazza Armerina

Questi si affidano ai numi immortali:
non piantano alberi, non arano campi; ma tutto dal suolo
per loro vien su inseminato e inarato,
orzo e frumento e viti che portano vino
nei grappoli grossi, che a loro matura
la pioggia celeste di Zeus.

(Odissea, IX, 107-111)

Le origini del vino dell’Etna sono testimoniate solo nel V sec., ma il mito narra di tempi assai più antichi, di quando i coloni greci, i Calcidesi sbarcati a Naxos, non lontano da qui, si dedicarono professionalmente alla cultura della vite e chiamarono Enotria l’Italia, la terra della vite. Se il primato nella storia del vino in Sicilia spetta ai Fenici che lo introdussero in tutto il Mediterraneo, il ritrovamento di viti “ampelidi”, scoperte alle falde dell’Etna, dimostra la presenza della vite selvatica tra la flora mediterranea già nell’era terziaria. Con l’VIII sec., piuttosto, la cultura del vino in Sicilia si sviluppò, e in epoca romana accrebbe la sua importanza.

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Pantano Lentini

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20-06-2015 18-24-51I pantani di Lentini e di Gelsari costituiscono vaste zone umide situate sulla costa ionica della Sicilia, a confine tra le province di Catania e Siracusa, in prossimità del tratto terminale del fiume San Leonardo. Nello scorso secolo furono oggetto di interventi di bonifica idraulica e di prosciugamento che determinarono la scomparsa degli ambienti naturali. Tuttavia, a differenza di altre zone umide, non furono oggetto di trasformazioni territoriali distruttive. Negli ultimi anni l’abbandono di gran parte delle attività agricole e la difficoltà o l’impossibilità di garantire il deflusso delle acque (gran parte delle superfici dei pantani si trovano a quote prossime o inferiori al livello del mare) per l’assenza o il mal funzionamento di impianti idrovori, hanno consentito in queste aree un rapido processo di ricostituzione degli ambienti naturali tipici delle zone umide, di grande interesse naturalistico per la presenza dell’avifauna e per la vastità e la diversità degli habitat.

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Villa romana Patti marina

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08-06-2015 19-49-07La villa romana di Patti, è una residenza extraurbana di epoca romana. Nel corso degli anni settanta due importanti scoperte hanno gettato nuova luce sulla realtà del latifondo tardo romano, consentendo di collocare in una più chiara prospettiva storica anche la grande villa del Casale di Piazza Armerina. La villa romana di Patti è stata scoperta nel 1973, durante i lavori di costruzione di un tratto d’autostrada, quando due piloni hanno distrutto parte del lato nord della villa a 6 km di distanza da Tindari. Anche se le operazioni di scavo sono tuttora in corso e molti vani attendono di essere scavati fino al livello del pavimento, la configurazione generale della villa è piuttosto chiara. La parte esplorata corrisponde al nucleo centrale della villa, con al centro una corte a peristilio intorno alla quale ruota la zona residenziale della villa.

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