In tempi assai remoti fu fondata a Lentini su una collina distante circa 6 Km (4 miglia all’epoca) dal centro urbano, una Casa Ospedale dell’Ordine Religioso Militare di San Lazzaro. Estinta la Commenda rimase la chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Ammalati. Nel 1591 la signora Anna Modica vi fonda un Beneficio di Diritto Patronato. Conversano il 15 Agosto 1685 scrive questa nota:
Sant’Andrea Buccheri
Sulla strada per Lentini a otto chilometri sulla destra si incontra, isolata in un pianoro delimitato a sud-est da una profonda valle la Chiesa di S. Andrea, bell’esempio di architettura normanno-sveva. La chiesa a pianta rettangolare e navata unica è formata da blocchi di calcare tenero perfettamente intagliati, su cui qua e là si scorgono graffiti e disegni di varia epoca. L’originario ingresso era da ovest, riservato ai monaci del contiguo convento, mentre i fedeli entravano da un ingresso laterale a nord: questo è formato da un bel portale ad arco acuto. Nel settecento fu mutato l’orientamento della chiesa con l’apertura di un ingresso nell’abside e lo spostamento dell’altare sul lato ovest.
Rometta
Viene fondata in età bizantina, il suo nome in greco vuol dire le difese, le fortezze (ta erymata). Dopo lunghissima resistenza viene occupata dagli Arabi e il suo nome viene pronunciato rimtah, da cui il medievale Rametta e successivamente nel XVI secolo Rometta. Nel territorio romettese sono state trovate testimonianze di vita che risalgono alla prima età del neolitico, nella sua prima fase appartenente alla cultura di Stentinello (4000 anni prima di Cristo), all’età del ferro, per giungere alla necropoli del V-III secolo a.C. Intorno al V secolo d.C. a Rometta si formò la comunità greco-latina che, in fuga dai centri della costa, venne qui a cercare rifugio dalle devastanti invasioni vandale. Ben presto Rometta assunse un preciso ruolo strategico: dall’alto delle sue mura e delle sue torri controllava un buon tratto dell’antica strada che da Messina conduceva a Palermo.
Feudo Rizzolo
C’era una volta un fèudo … Un fèudo?! Ma cos’è un fèudo?! … Il fèudo è un territorio governato da un Signore, il quale ha pieno potere su tutto, su cose e persone. Il signore del fèudo può essere buono o cattivo. Io, ti racconto o cerco di raccontare, la storia di un fèudo con un Signore buono. La storia di questo fèudo, fèudo “Rizzolo” nel bel mezzo dei Monti Iblei, inizia quando due fratelli inglesi di nome Eaton, acquistano i terreni di quello che era fèudo Maiorana. Con gli anni i terreni passano ai figli di questi due nobili fratelli fino a quando Elsie, una delle figlie, sposa il Marchese Cassis, Senatore del Regno e Consigliere di Stato e rimane unica proprietaria.
Bronte e la pantofola della regina Elisabetta

Ma, su una delle sue rupi più alte, la Rocca Calanna, cadde una pantofola che calzava un piede regale di Elisabetta …
di Marinella Fiume.
Affacciandosi dai ruderi del Castello di Maletto, si può scorgere in lontananza il fiume Saracena, sulle cui rive sorgeva l’abbazia di Santa Maria di Maniace, in territorio di Bronte, costruita nel 1173 e donata nel 1799 come castello, insieme al titolo di duca, all’ammiraglio inglese Horatio Nelson da Ferdinando IV di Borbone.Ma che c’entra la sovrana inglese in Sicilia? E come va a perdere la sua pantofola proprio da queste parti? Secondo una leggenda “inglese” sempre viva in queste plaghe di Sicilia, l’anima della regina Elisabetta I d’Inghilterra ora risiede nell’Etna, a causa di un patto che fece col diavolo in cambio del suo aiuto per salire sul trono d’Inghilterra.
Biviere di Lentini
Tutti i versanti che vanno fra Scordia, Militello, Francofonte e Vizzini, trenta chilometri quadrati, formano un bacino idrografico, in cui si getta, alimentato da altre acque, il fiume Trigona o Galici. Questo fiume si converte nel lago, chiamato Biviere di Lentini. Il lago Biviere di Lentini, è uno dei trentasette laghi siciliani, non sembra vero, ma è così. L’origine del lago ci tuffa nelle acque della storia mitologica. La leggenda narra che Ercole, recando in dono a Cerere la pelle del leone Nemea, si fosse innamorato dei luoghi facendo nascere un lago che da lui avrebbe preso il nome.
Timpa Falconiera
La Timpa di Santa Tecla o Falconiera va dalla località Grotte di Acireale alla contrada Mortara, nei pressi di Santa Maria Ammalati. La sua base, contrariamente alle altre porzioni della Timpa, non è a diretto contatto con il mare, ma al di sotto di essa si estende una spianata (Pedi ‘i Timpa) in cui si sviluppa un’area coltivata a limoni e vi è insediato il borgo marinaro di Santa Tecla. La vegetazione naturale si è qui ben conservata nei terreni a ripida pendenza solcati da naturali canaloni (lavanara) formati dal deflusso delle acque, mentre le superfici più accessibili furono messe a coltura con lavori di dissodamento (scatinu) e di sistemazione con terrazzamenti (custeri) in pietra lavica.
Santa Maria dei cerei
Il monumento certamente più antico di Rometta è la chiesa di Gesù e Maria, anticamente detta di Santa Maria della Candelora (o dei Cerei), risalente ai secoli della dominazione Bizantina, tra il VI e X secolo. Presso questa chiesa, alla fine del secolo XIII, si stabilì un convento di suore trasferitosi dalla piana di Milazzo dove aveva il titolo di Santa Maria di Basicò. Nel 1320 le suore ottennero l’approvazione pontificia del loro trasferimento a Rometta, ma nel 1345, per intercessione della regina Elisabetta D’Aragona, passarono a Messina.
Basilica del Murgo
I resti della Basilica del Murgo presso Agnone Bagni trovano posto non lontano dalla costa lentinese. Il complesso, mai ultimato, avrebbe dovuto ospitare i monaci di Roccadia. Il trasferimento in un sito apparentemente più consono, sarebbe dovuto avvenire, sulla base di una affermazione del Manriquez, per volontà di Federico II [R. Pirri 1733, vol. II, pag. 1306]. E’ bene precisare che non rimane alcun documento, databile al XII/XIII secolo, che confermi il trasferimento della comunità cistercense di Lentini dalle colline verso la costa.
Parco monte Troina
Monte Troina è un antico conetto vulcanico di origine preistorica di cui rimane la caldera. Oggi è un parco urbano del comune di Pedara.
Foto di Francesco Marchese.
Sito Etnanatura: Parco monte Troina.