Il velo di Sant’Agata

Share Button
Processione col velo di sant'Agata per fermare la lava del 1886

Processione col velo di sant’Agata per fermare la lava del 1886

di Marinella Fiume

L’incombustibile Velo di sant’Agata che da tante disastrose eruzioni salvò e salva la città di Catania, nel corso dei secoli, è stato più volte portato in processione come estremo rimedio per fermare la lava dell’Etna. È una reliquia conservata nella cattedrale di Catania in uno scrigno d’argento insieme ad altre reliquie della santa. Secondo una leggenda, sarebbe un velo usato da una donna per coprire la santa durante il martirio con i carboni ardenti. Secondo altre interpretazioni, il velo, di colore rosso, faceva parte del vestimento con cui Agata si presentò in giudizio, essendo questo, indossato su una tunica bianca, l’abito delle diaconesse consacrate a Dio. Secondo un’altra leggenda, il velo era bianco e sarebbe diventato rosso al contatto col fuoco della brace.

Continua a leggere

Share Button

Grotta Vadalato

Share Button

29-11-2014 18-13-09

Testo di Ina garaffo.

La grotta di Badalato o Vadalato si trova a sinistra dell’omonima chiesa ai piedi di una collinetta lavica su cui crescono fichi d’India in contrada Poggio Rosso a Biancavilla. Da quando il sito e’ stato bonificato e’ possibile vederla solo attraverso l’ inferriata.
Si raggiunge dal km 29+700 della SS 121. Attorno alla nascita del sito e’ nata una leggenda secondo la quale nei primi del XIX sec. (1830) un certo Luigi Petralia, laico dei frati minori francescani, sognò che all’interno di una grotta lavica a circa 3 km da Biancavilla,vi fosse sepolto un quadro della Madonna.

Continua a leggere

Share Button

Crateri Barbagallo

Share Button

04-01-2016 09-15-23

I crateri Barbagallo si formarono in seguito all’eruzione del 2002. Grande eruzione durata dal 27 ottobre al 29 gennaio 2003. Questa eruzione è stata denominata l’eruzione perfetta. Essa è da considerarsi tra le più esplosive degli ultimi 100 anni. È da considerarsi anche la più distruttiva dal punto di vista infrastrutturale. Nella notte del 26 ottobre 2002 una forte scossa sismica avviò la fase eruttiva, che distrusse tutta la zona turistica di Piano Provenzana sul versante Etna-Nord in località di Linguaglossa. Tutte le infrastrutture turistiche-ricettive e sportive furono ricoperte dalla colata lavica, che in una nottata azzerò trent’anni di investimenti e progetti di una intera comunità. Le ferite della colata sono tuttora visibili non appena si raggiunge la località Piano Provenzana, dove uno scenario lunare ha preso il posto del un paesaggio che offriva la vista della pineta incastrata ai piedi dell’enorme montagna. (1)

Continua a leggere

Share Button

Casa Cuseni

Share Button

08-01-2016 07-56-27

Testo di Marinella Fiume. Foto di Alessandro Lo Piccolo.

Casa Cuseni, una delle più belle ville di Taormina, deve il suo nome al quartiere in cui sorge, l’antico borgo, in quella che fu una volta una scarpata di selvaggia bellezza e che ora è un incantevole oasi di verde, sulla strada da Taormina verso il santuario della Madonna della Rocca e Castelmola.  Casa Cuseni  fu progettata e fatta costruire, tra il 1905 e il 1911, da Robert Hawthorn Kitson, (1873-1947), laureato a Cambridge in scienze naturali a indirizzo geologico, pittore e mecenate che, dopo aver molto viaggiato, scelse per vivere la perla dello Jonio. Don Roberto era pittore di quotati acquerelli che espose più volte nella sua città natale, Leeds, alla Royal Academy di Londra, all’Accademia Britannica di cui era membro, a Roma e Catania; era anche un grande viaggiatore, che dalla sua Taormina visitava ogni anno per esempio il Nord Africa. Fu molto amato dai Taorminesi che lo chiamavano “il pazzo inglese”, non tanto per il suo aspetto alto e dinoccolato, i suoi occhi azzurri, i baffi in stile edoardiano, quanto per la stravaganza nel vestire e le sue preferenze omosessuali.

Continua a leggere

Share Button

Un bellissimo novembre.

Share Button

05-01-2016 09-57-38

La triste storia del Palazzo Riggio Carcaci.

Un bellissimo Novembre, un mese che solo in Sicilia sa essere languido e ovattato. Un mese “ruffiano” che protegge, fra le mura di una casa nobiliare, l’iniziazione all’amore del giovane Nino da parte della zia. Sullo sfondo le pendici dell’Etna e una disperazione sottaciuta e mai gridata perché in Sicilia anche l’amore può essere drammatico. Dalle belle pagine del romanzo di Ercole Patti “Un bellissimo Novembre” il regista Bolognini trasse uno dei suoi capolavori che conservò il titolo del racconto. Per girare le scene d’amore fra il giovane Nino, nel film interpretato dall’attore Paolo Turco, e la zia, un’avvenente Gina Lollobrigida, Bolognini scelse il vecchio palazzo nobiliare Riggio Carcaci in Aci Sant’Antonio (vedi la scena del film).

Continua a leggere

Share Button

Mulini di Biancavilla

Share Button

22-12-2015 20-10-02

I mulini di Biancavilla furono costruiti da Antonio Moncada Ventimiglia conte di Adernò e Principe di Paternò.  L’acqua proveniva dalla sorgente Cartalemmi e veniva utilizzata dai 5 mulini  per poi,  tramite un sistema di saje ancora presenti, essere usata per l’irrigazione delle campagne sottostanti.  I ruderi si trovano sotto la cosiddetta “Rocca” un lastrone lavico che si protende sulla valle del Simeto. La Rocca, era abitata sin dalla preistoria nei suoi anfratti , oggi di essa e’ rimasto ben poco a causa della cementificazione.

Continua a leggere

Share Button

Bosco di Casalotto: degrado e distruzione.

Share Button

05-01-2016 10-48-07

Continua la nostra triste rassegna sui siti degradati del nostro territorio. Oggi vi presentiamo un bosco che si trova nel comune di Aci sant’Antonio: il bosco di Casalotto. “La storica Villa Casalotto è quanto rimane di un vasto possedimento agricolo (27 ettari), coltivato a vigneto, appartenente all’illustre famiglia dei Casalotto. La proprietà, una residenza di campagna con annesso un parco di inizio Novecento, sviluppato su preesistenze sei-settecentesche, sembra rappresenti il nucleo di fondazione del comune di Aci S. Antonio (Balistreri et al., 1993), ed è andata riducendsi drasticamente in seguito all’intensa urbanizzazione del territorio, oggi in gran parte lottizzato e attraversato dall’autostrada Catania-Messina. Allo stato attuale, la Villa si estende per 21.500 mq e risulta costituita da un vasto giardino e dai ruderi degli antichi edifici.

Continua a leggere

Share Button

Acquedotto romano Scalilli

Share Button

15-12-2015 18-20-15

L’acquedotto romano di Catania (vedi) fu la maggiore opera di convoglio idrico nella Sicilia romana. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l’area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo. Nonostante la struttura fosse imponente e piuttosto articolata e sebbene fino al XIX secolo non manchino attestazioni del suo utilizzo in alcune sue parti, della presenza di tale sistema idrico non si ha menzione nelle fonti classiche. La prima citazione la compie il Fazello nella seconda metà del XVI secolo che lo definisce ricco di acque e monumentale come quello di Roma.

Continua a leggere

Share Button

Torre Casalotto: degrado e distruzione.

Share Button

26-12-2015 10-36-05

I nostri amici più attenti si accorgeranno che il titolo di queste note è quasi uguale ad uno precedentemente pubblicato e riferito alla località Gazzena di Acireale. Cambia il sito, cambia il comune ma non cambiano le condizioni di degrado. Abbiamo visitato ancora una volta la Torre di Casalotto, in quel di Aci Catena, nella speranza di ritrovare una situazione ambientale migliorata. “Spes contra spem” diceva san Paolo riferendosi alla fede di Abramo: “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza …”. I vecchi siciliani invece ci ammoniscono che “cu di spiranza campa dispiratu mori”.

Continua a leggere

Share Button

L’Etna delinquente della futurista catanese Adele Gloria

Share Button

depositi1443781717

di Marinella Fiume

 


La vetta delinquente
Il cielo
per la ferita
della vetta aguzza del monte
sanguina
e la bambagia
bianca
s’inumidisce di rosso.
Il lividore della morte
striscia piano piano
assaporando
il tattilismo aereo
delle carni azzurrine
e il mare
che riflette la pietà per il cielo
s’intristisce.
Invano
le torri e i campanili
si tendono
in spasmodico slancio;
esso agonizza
e travolge
travolge
colla sua grigia agonia
tutte le cose.
Il cielo morirà.

Continua a leggere

Share Button