Bronte

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Odilon Redon, "Le Cyclope", museo Kröller-Müller

Odilon Redon, “Le Cyclope”, museo Kröller-Müller

L’origine mitica della città. Di Marinella Fiume.

L’origine di Bronte ed il suo stesso nome risalgono all’alba dei tempi.  Secondo la mitologia, infatti, essi sono da ricondursi ai Ciclopi, giganteschi esseri dalla forma umana simbolo delle forze della natura, che la mitologia greca diceva essere figli del Dio Nettuno, uno dei quali, il ciclope Bronte (“Rimbombo”) fondò la cittadina verso il 1200 A.C,. Bronte ed i suoi fratelli Sterope (“lampo”) e Piracmon (“incudine ardente”), al servizio del dio Vulcano, erano stati condannati a lavorare presso la fucina del dio dentro le viscere dell’Etna con il compito di fabbricare i fulmini di Giove e le armi degli eroi. “All’interno d’un ampio antro manipolavano il ferro i Ciclopi Bronte, Stèrope e, nudo le membra, Piràcmon” (Virgilio).

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Castello di Brolo

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31-03-2015 22-04-08È oramai risaputo che il nome Brolo proviene dall’originale termine Brolium, che nella bassa latinità aveva il significato di parco o giardino. Dalla ricostruzione della Tabula Peutingeriana, si possono ricavare alcune notizie storiche riguardanti il territorio di Brolo. Da questa cartografia storica, che descrive la viabilità della Sicilia nel IV secolo, si evince che la strada principale dell’isola, ossia la Via Valeria, metteva in comunicazione la Sicilia settentrionale da oriente ad occidente, conducendo dallo stretto di Messina fino al Capo Lilibeo.

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Castello Adrano

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09-06-2014 15-13-16Il cosiddetto Castello Normanno di Adrano, uno dei simboli della città etnea, è una torre eretta sotto Conte Ruggero I di Sicilia, nel XI secolo. Il castello a cui apparteneva, insieme a quelli vicini e simili di Paternò e Motta, rientrerebbe in un sistema difensivo di età normanna volto a controllare la valle del Simeto, il pieno controllo di Catania e dei passi che portavano a Troina, Regalbuto e Randazzo. In quest’ottica può essere messo in relazione con il Ponte dei Saraceni.

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Montalbano Elicona

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Chiesa di santa Caterina

Chiesa di santa Caterina

Gli studiosi non sono concordi sulle origini del paese e del suo nome. Alcuni fanno risalire tale origine dai nomi latini mons albus con riferimento ai monti innevati, altri al nome arabo al bana, dal suggestivo significato di “luogo eccellente”. L’appellativo Elicona risale senz’altro alla colonizzazione greca.

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Montalbano Borgo dei borghi

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29-09-2013 12-27-36Nella trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro” Montalbano Elicona è stato eletto “Borgo dei borghi 2015”.

Su Etnanatura potete trovare il magico sentiero dell’Argimusco presso Montalbano.

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Torrente Minissale

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18-06-2014 18-14-21In prossimità dell’abitato di Fiumefreddo e della costa del Mare Ionio, la piccola collina di Serra San Biagio è costituita da calcareniti e marne del Pleistocene, che sopportano Argille Scagliose cretacico-eoceniche della Catena Appenninico-maghrebide; su entrambe le formazioni poggiano in discordanza terrazzi fluvio-marini del Pleistocene superiore. Il piano di contatto tra le Argille Scagliose ed i sedimenti pleistocenici è ben esposto, `e orientato ONO-ESE, immerge di 35-40◦ verso S e mostra chiari movimenti in contropendenza verso NNO, associati a deformazioni di taglio molto penetrative (compressione N-S). Il tipo e lo stile delle deformazioni, insieme a considerazioni sul contesto geologico e tettonico regionale, portano ad escludere movimenti sotto gravità; essi definiscono invece una situazione strutturale riconducibile ad un retroricoprimento tettonico, controllato da un regime compressivo N-S e avvenuto dopo la litificazione dei sedimenti pleistocenici. Studi micropaleontologici dei livelli immediatamente sotto il contatto consentono di datare tali livelli alla fine del Pleistocene inferiore (Siciliano sensu Ruggeri et al., 1984). Resta documentata pertanto, in affioramento, una fase tardiva di raccorciamento della Catena Appenninico-maghrebide, avvenuta dopo la fine del Pleistocene inferiore, verosimilmente nel Pleistocene medio. Questa fase tettonica era prima conosciuta come infra-pleistocenica e solo attraverso dati del sottosuolo nell’Avanfossa Catania-Gela (Falda di Gela).

Descrizione tratta da “Retroricoprimento medio-pleistocenico di Argille Scagliose a Serra San Biagio (Sicilia orientale): evidenze stratigrafiche e tettoniche. Nota di Gianni Lanzafame, Anna Leonardi e Marco Neri”.
Accademia dei Lincei. 1999.

Foto di Angelo Tecchese La Spina.

Sentiero Etnanatura: Torrente Minissale.

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Favare santa Venera

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29-03-2015 15-13-52Il termine Favara deriva dall’arabo al-fawwara che significa sorgente identificando quindi un terreno dal cui suolo scaturiscono delle acque. Le favare, consciute anche come “Mangiasarde” nascono nella sciara di santa Venera formatasi in seguito ad una delle più imponenti eruzioni dell’Etna. Secondo il barone tedesco, Sartorius Von Walterhausen, a cui meritoriamente furono dedicati gli omonimi monti, questa colata si dipartì da monte la Nave. La favare nascono sulla saldatura tra le vulcaniti e le formazioni rocciose sedimentarie ed è proprio questa particolare conformazione geologica che permette l’affioramento delle acque.

Foto di Leo Pappalardo e Salvo Nicotra.

Pagina Etnanatura: Favare di santa Venera.

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I Vespri e Gammazita

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di Davide. A. S. Gullotta

16-04-2014 07-17-34I Vespri siciliani furono una insurrezione scoppiata a Palermo il 30 marzo del 1282 all’ora del vespro del Lunedì di Pasqua, contro il malgoverno di Carlo d’Angiò. La prima parte dei Vespri si concluse nel 1302 con la “Pace di Caltabellotta”, siglata da aragonesi e angioini, che prevedeva che la Sicilia tornasse agli Angiò alla morte di Federico III d’Aragona, il quale assunse il titolo di “re di Trinacria”. Risulta arduo stabilire quale fu l’episodio vero e primo che scatenò la rivolta palermitana; tuttavia la tradizione popolare riconduce l’insurrezione all’episodio di un soldato francese, tale Drouet, che insieme ad altri soldati francesi arrecarono offesa ad una neo sposa, in soccorso della quale sarebbe subito intervenuto il marito. L’episodio avrebbe dunque dato inizio ad una guerra che si sarebbe conclusa definitivamente solo nel 1372, con un nuovo accordo siglato da Giovanna d’Angiò e Federico IV di Sicilia.

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Palazzo Pennisi

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29-11-2014 13-26-39.JPGUn particolare rilievo, sia nel contesto del parco che per le caratteristiche architettoniche proprie, assume Palazzo Pennisi: vero e proprio cuore del Parco Minerario. Edificato tra il 1870 ed il 1885, inizialmente solo fino al piano fuori terra e destinato a residenza estiva della famiglia Pennisi proprietaria della miniera, successivamente fu sopraelevato di altri due piani per soddisfare l’esigenza di alloggi per il direttore e gli impiegati e di locali per uffici.

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La regina brigantessa di Maletto

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Castello di Maletto

Castello di Maletto

di Marinella Fiume.

Maletto (Ct) è il più alto comune del comprensorio etneo, sul versante nord-occidentale del vulcano. L’abitato è situato al limite tra l’edificio vulcanico etneo e la valle del Simeto ed è costruito sul versante occidentale della collina denominata Pizzo Filìcia, ad una quota media di metri 950 s. l. m., al centro del triangolo costituito dai comuni di Randazzo, Maniace e Bronte dal cui territorio è tutto circondato, mentre a valle si trova la grande pianura di lave preistoriche incorniciata dalla catena montuosa delle Caronie, da cui nasce il Simeto.

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