Fortezza Poggio Cardillo

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16-09-2015 11-02-02Nessun dato storico sembra, al momento, far riferimento alla presenza di una fortezza sulla sommità del colle Cardillo. Ulteriormente problematica risulta l’eventuale collocazione cronologica, ascrivibile, in via del tutto ipotetica, ad epoca bizantina. La fortezza di Poggio Cardillo presso Misterbianco trova luogo esattamente a meridione dell’abitato. Si tratta di un colle di circa 260 m. s.l.m., dalla sommità del quale è possibile dominare buona parte del paesaggio circostante.

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Megara Iblea

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30-07-2015 22-35-33«Proprio in quel tempo Lamide approdò da Megara in Sicilia alla guida di una colonia e a settentrione del fiume Pantachio fondò una cittadina dandole nome Trotilo. Più tardi passò di là a Leontini dove, per un breve periodo, divise con i Calcidesi la direzione politica di quella colonia; scacciato dai Calcidesi, fondò Tapso e venne a morte, mentre i suoi, espulsi da Tapso, eressero Megara denominata Iblea, poiché il re dei Siculi Iblone aveva loro concesso la terra, anzi ve li aveva condotti di persona. E per duecentoquarantacinque anni fu la loro sede, finché Gelone tiranno di Siracusa li espulse dalla città e dal suo contado.»
(La Guerra del Peloponneso, VI libro, Tucidide)

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Naxos

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22-07-2015 09-43-29La lunga penisola che si conclude col Capo Schisò è stata abitata in modo pressoché continuo dal neolitico fino all’arrivo, secondo la tradizione nel 734 a.C., dei coloni greci. Infatti sono state rinvenute capanne della media età del bronzo (Cultura di Thapsos) e materiali pertinenti alla fase dell’età del ferro detta di Cassibile (X-IX secolo a.C.): le fonti affermano che all’arrivo dei Greci il sito della colonia di Naxos era già occupata da indigeni che certamente popolavano, se non proprio Capo Schisò, le alture intorno alla punta (secondo Diodoro), noto poi come il massiccio del Tauro, da cui avrebbe preso il nome Tauromenion (Taormina). Naxos è la prima colonia greca ad essere fondata in Sicilia nel 735 a.C. Nel 495 a.C., il tiranno di Gela Ippocrate voleva la città ma non riesce a conquistarla. Naxos è alleata di Atene nella guerra contro Siracusa. Nel 403 a.C. il tiranno di Siracusa Dionisio I distrugge la città per punirla dell’alleanza con Atene. Gli abitanti vengono venduti come schiavi e le rovine della città vengono cedute ai Siculi. Dopo questo evento Naxos rimane un porto commerciale, ma perde il rango di polis (città-stato). La popolazione si trasferisce sul Monte Tauro e fonda la città di Tauromenium l’attuale Taormina. “Primi fra i Greci i Calcidesi venuti per mare dall’Eubea fondarono Nasso ed innalzarono un altare ad Apollo Archegetes…” (Tucidide, La guerra del Peloponneso , libro VI, 3,1).

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I giganti dell’Etna

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IMG_6461 Quercus ilex (Ilice di carrinu)

https://www.etnanatura.it/paginaalltematici.php?codice=9

Oggi vogliamo parlare degli alberi dell’Etna raccontandovi lo loro storia, aneddoti e curiosità.

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Bocche eruttive 1981

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27-09-2015 18-53-25Giorno 17 marzo 1981. Nelle cinque settimane che hanno preceduto l’inizio dell’eruzione, circa 4000 eventi sismici di tipo B e di bassa magnitudo furono registrati dalla rete sismica dell’Etna nell’area sommitale e nel fianco nord del vulcano. Una intensa crisi sismica ha inizio giorno 16, con più di 50 eventi l’ora, caratterizzata in prevalenza da terremoti superficiali, con i più deboli e più superficiali localizzati in prossimità del teatro eruttivo. Già nelle prime ore del mattino del 17, ciò fà temere un’eruzione di fianco in questo settore del vulcano, meno di 2 anni dopo l’ultima eruzione laterale che ha interessato il fianco orientale etneo, causando danni nei dintorni di Fornazzo.

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Grammena

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16-09-2015 11-43-25L’indagine archeologica, condotta dalla Soprintendenza di Catania nel 2007, ha portato alla luce una fattoria romana, caratterizzata da molteplici fasi di vita (III-VII secolo d.C), nella zona di un precedente insediamento ellenistico. Una basilica a tre navate con nartece è stata costruita, in età tardo-bizantina (VIII sec. d.C. – prima metà del IX sec. d.C.), in parte distruggendo i resti della fattoria e quelli di una di una frequentazione più tarda della zona (VIII sec. d.C.).

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Grotta Catanese

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04-10-2015 18-02-39Trattasi di una grotta di scorrimento caratterizzata da una sala che è tra le più grandi a noi note sull’Etna in cavità di questo tipo. Si scende camminando su grossi blocchi di crollo e ci si trova subito in un vasto ambiente campaniforme. Il pavimento, nel punto più basso della sala è di terra mista a pietre e detriti vegetali. Dal lato sud esso si innalza bruscamente sino a costituire la parete di fondo della sala; la lava si presenta qui a superficie unita con formazione di corde e lamine.

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Osservatorio vulcanologico

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21-09-2015 17-28-26L’osservatorio vulcanologico dell’Etna, oggi totalmente scomparso, si trovava a quota 2.940 m s.l.m. sul versante sud dell’Etna e costituì uno dei primi tentativi riusciti al mondo di creare una struttura stabile attrezzata per l’osservazione dei fenomeni vulcanici in alta quota. Nel corso del XIX secolo erano stati fatti alcuni tentativi di creare una struttura stabile atta all’osservazione dei fenomeni vulcanici sull’Etna. Il pioniere fu sicuramente Mario Gemmellaro, che nel 1804 fece costruire un rifugio-osservatorio a circa 2940 m, la Casa degli Inglesi o “Casa di Gemmellaro”, primo osservatorio vulcanologico a quote elevate mai realizzato per lo studio della vulcanologia e dei fenomeni collegati.

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Palazzo Riggio

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03-09-2015 11-15-42“Ben presto dunque Aci Catena superò tutti gli altri quartieri per nobiltà d’istituto, ricchezza di edifizi, frequenza di popolo e copia d’uomini illustri. La residenza degli uomini più colti che sedevano al governo della città, l’affluire del popolo, il quale naturalmente tende verso il centro in cui si agitano gli affari, dovevano per necessità darle il primo posto. L’ebbe poi addirittura con la residenza dei principi Reggio, che ne furono signori. D. Stefano Reggio principe di Campofranco e Campoflorido, che nella occasione della spaventevole eruzione dell’Etna nel 1669 fu mandato a Catania dal vicerè di Sicilia, come general vicario a fine di mantener l’ordine e procurare ogni possibile aiuto alla sventurata città, dopo di avere ammirevolmente disimpegnato l’alto ufficio, innamorato di queste belle contrade fermò di portare qui la sua residenza, e comprò per scudi 36.500 il dominio della città di S.Antonio e S.Filippo, che la R. Corte nel maggio del 1643 aveva venduto per 36.000 scudi al marchese D. Nicolò Diana di Cefalà, perché la città non aveva pagato gli scudi ventimila offerti per ottenere la separazione.

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Terme romane

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Le terme

Terme Achilliane

Terme Achilliane

Le terme romane erano degli edifici pubblici con degli impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’antica Roma, a partire dal II secolo a.C.. Alle terme poteva avere accesso quasi chiunque, anche i più poveri, in quanto in molti stabilimenti l’entrata era gratuita o quasi. Le numerose terme erano un luogo di socializzazione, di relax e di sviluppo di attività vive per uomini e donne che, in spazi ed orari separati, facevano il bagno completamente nudi. Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. Col tempo, soprattutto in età imperiale, si diffusero anche dentro le città, grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento delle acque sempre più evolute. Al riscaldamento dell’acqua provvedevano i focolari sotterranei che diffondevano aria calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle pavimentazioni sospese (suspensùra) dei vani da riscaldare.

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