Il rifugio Margio Salice è nato da un’antica masseria oggi gestita dall’azienda Demaniale Foreste Regionali è adibita ad area attrezzata ed a rifugio per attività escursionistiche.
Palazzo Beneventano
L’edificio è fra i più importanti della città di Lentini, non solo per la sua grandezza e per il suo sfarzo, ma anche per i personaggi che ne erano i proprietari e per coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Due furono i protagonisti del compimento di quest’opera, il barone Giuseppe Luigi Beneventano e l’Architetto Carlo Sada, che modificarono e ingrandirono l’edificio “a sontuosa villa meglio confacente nello stile ad una villa Baronale”. Siamo alla fine del XIX secolo, il periodo della rinascita del Palazzo, che ancora oggi è una testimonianza di molti secoli di storia della Città di Lentini. Nato a Carlentini il 13 novembre 1840 da una famiglia nobilissima, i suoi avi furono Principi alla corte di Federico II di Svevia, Giuseppe Luigi Beneventano fu Consigliere comunale e Sindaco e Senatore del Regno.
Serra la Nave
Vi proponiamo una facile escursione che presenta alcuni aspetti sicuramente interessanti. Il percorso inizia in località Serra la Nave da dove imboccherete il sentiero per il rifugio Galvarina che però abbandonerete quasi subito svoltando a destra dopo il rifugio Milia. Sulla sinistra incontrerete delle cave che nel 1983 furono utilizzate per l’estrazione di materiale per la costruzione degli sbarramenti, per tentare di arginare il corso di una colata lavica.
Pietra Perciata
Sulle pietre, un po’ come per le nubi, ognuno di noi riesce a leggere immagini fantastiche, complici il vento, l’acqua piovana e il tempo che si divertono a scolpire sculture immaginifiche. E’ quello che avviene nel promontorio di Pietra Perciata a Centuripe.
Foto di Salvo Nicotra.
Sito Etnanatura: Pietra Perciata.
Castello di Pentefur
Tra mito, leggenda e storia. Il castello Pentefur si trova su uno dei due colli su cui sorge l’abitato di Savoca, in provincia di Messina in Sicilia. Il Maniero occupa il pianoro sulla sommità dell’omonimo colle; edificato in posizione strategico-difensiva, ha la base di forma trapezoidale. È ridotto ormai a pochi ruderi, consistenti in ampi tratti della cinta muraria merlata e dotata di feritoie, in alcune cisterne e nei resti di un mastio quadrangolare. Detto mastio era a due elevazioni, su un’area di 350 metri quadrati, sito nella parte più alta del pianoro, al suo interno sono ancora visibili le tracce di una ripartizione in diversi ambienti e una piccola porzione della pavimentazione.
Grotta dei Santi
E’ impossibile districare dalla matassa aggrovigliata dai fili della storia, della religione e della leggenda, la verità sulla vita dei santi Alfio, Filadelfo e Cirino. Leggenda vuole che la loro ultima prigione fosse a Lentini dove ancor oggi ritroviamo la Grotta dei Santi.
Sulla vita di Alfio, Filadelfo e Cirino riportiamo il racconto che ne fa il prof. Davide Gullotta sulla pagina Facebook “Ti cuntu“.
Nel 250, l’imperatore Decio emanò un editto secondo cui ogni persona doveva effettuare un sacrificio alle divinità della Religione romana; il rifiuto avrebbe significato il rifiuto di sottomettersi all’impero e la pena sarebbe stata la condanna a morte.
Etna X Emergency
Il gruppo Emergency di Catania, il sito www.etnanatura.it e l’associazione Etnatura organizzano, dal 2 all’8 Maggio una settimana di eventi, che spazieranno dalla Musica al Teatro, dalle Visite guidate a carattere Storico-Culturale per Catania alle Escursioni Naturalistiche sull’Etna, dagli Spettacoli di Buskers ai Laboratori ludico-naturalistici per bambini, fino alla visita dell’Osservatorio Astrofisico di Catania, col duplice obiettivo di diffondere una cultura di Pace e Tutela dei Diritti Umani e di raccogliere fondi per Emergency.
25 Aprile
In occasione del 25 Aprile riproponiamo l’articolo, pubblicato il 18/08/1945 sul giornale “Il Partigiano” di Genova, dal giornalista catanese Igor Man storico inviato della “Stampa”.
La scintilla che accese la fiamma grande della insurrezione armata sprizzò nell’Isola del Sole e, precisamente, a Catania.
I tedeschi sentivano ormai che per loro era finita. Consapevoli della sorte che li attendeva, belve in gabbia sfogavano i loro istinti abbandonandosi ad atti di vi1enza contro « die sizilieniseken kamaraden» rei d’aver gridato la loro esultanza per la caduta del fascismo.
Ci furono, il 25 luglio, in Sicilia, pur nella foscaggine dell’ora , manifestazioni d’entusiasmo severo, tragico. Le dimostrazioni antifasciste avevano sapore di sangue e la gioia sapeva di lacrimare. I cortei erano guidati da uomini e donne laceri, scalzi, affamati che la cieca guerra voluta da Mussolini aveva privato delle case, dei parenti, di tutto. In questa atmosfera avvenne l’episodio per il quale e da cui iniziò l’insurrezione armata e aperta.
Caseggiato Mannino
Sulla piazza della Vittoria si affaccia il Caseggiato Mannino, l’edificio più antico di San Pietro Clarenza. E’ una spaziosa costruzione comprendente 14 stanze, un grande salone ed un cortile con una caratteristica cisterna. Sembra che questo caseggiato sia stato di proprietà dei Clarenza. Nessuna testimonianza storica lo può dimostrare con certezza ma, dall’esame di antichi documenti comunali, risulta che nel 1816, gli eredi del Principe Giuseppe Clarenza erano titolari di una rendita annua relativa ad alcuni locali siti nel caseggiato della piazza centrale, un tempo adibiti a carcere comunale, è dunque possibile che si tratti proprio del caseggiato Mannino.
San Filippo Fragalà
Eretto, secondo tradizione, da Calogero di Calcedonia nel 495 e successivamente ampliato per volontà del Conte Ruggero nel corso dell’XI secolo, il monastero fu centro propulsore della rinascita bizantina. Sviluppato attorno ad una corte sostanzialmente rettangolare avente il lato maggiore orientato lungo l’asse Nord-Sud, esso presentava una pianta a quadrilatero irregolare formato da quattro ali delle quali quella orientale ospitava la chiesa, sporgente rispetto ad esse soltanto per la profondità delle absidi, a navata unica con transetto triabsidato che vi si innesta dando vita ad una pianta a croce commissa sulla cui campata centrale doveva con tutta probabilità innestarsi una cupola.